giovedì 12 aprile 2018
Farebbe scandalo, secondo "Il Fatto quotidiano", l’attribuzione di fondi pubblici a enti appartenenti al fondo cattolico per attività di comunicazione contro la violenza sulle donne
Lo scandalo che non c'è e lo statalismo di ritorno
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Farebbe scandalo, secondo Il Fatto quotidiano, l’attribuzione di fondi pubblici a enti che li utilizzano per attività di comunicazione contro la violenza sulle donne. E farebbe ancora più scandalo, secondo la medesima testata, che tra questi enti ve ne siano anche alcuni appartenenti al mondo cattolico. In realtà, di scandaloso c’è che si voglia a tutti i costi spacciare per scandalo ciò che non è lo è affatto. Innanzitutto, perché i fondi sono stati attribuiti con bando pubblico aperto a tutti (i finanziamenti sono andati in gran parte a enti non cattolici). In secondo luogo, perché la comunicazione, in una materia come questa, è importante quanto l’offerta di luoghi sicuri per proteggere le vittime. E, non da ultimo, perché le strutture beneficiarie dei fondi (ad esempio l’Associazione Papa Giovanni XXIII e gli istituti religiosi), essendo attive in un campo e nell’altro, possono fare comunicazione e prevenzione in maniera più efficace, sulla base dell’esperienza concreta. In realtà, resta il sospetto che dietro a tutto vi sia, nella migliore delle ipotesi, la mentalità di chi restringe l’ambito pubblico a quello statale, misconoscendo il fondamentale apporto di chi opera in un’ottica di sussidiarietà. O, nella peggiore, un invincibile e assurdo pregiudizio anticattolico.

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