giovedì 7 ottobre 2021
Il messaggio di Draghi: «Avanti, l’agenda del governo non segue il calendario elettorale. Vedrò Salvini» Il leghista: questo testo è una patrimoniale. Poi frena: basta cambiare 2 punti
Riforma del Catasto, Draghi tira dritto

Ansa

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Matteo Salvini tenta l’ennesima impresa: cavalcare la protesta su fisco e catasto, ribadendo nel frattempo la fiducia in Mario Draghi. Il quale, dalla Slovenia tiene il punto: «L’azione del governo non può seguire il calendario elettorale, ma quello del negoziato con la Commissione Ue per il Pnrr» (il Piano di ripresa e resilienza), avverte un po’ tutti i contraenti della sua composita maggioranza. Quanto a Salvini, gli manda a dire: «Ieri o l’altro ieri ho detto 'chiedete a lui'. Ora ha parlato e ha detto che la partecipazione al governo non è in discussione. Ci vedremo nei prossimi giorni», annuncia il premier. Per riuscire in questo complicato equilibrismo, il leader della Lega prova a circoscrivere il problema della delega fiscale: «Basta intervenire sull’articolo 7, comma 32, lettere A e B», relativi alla rendita attualizzata della casa e all’adeguamento periodico del suo valore patrimoniale. Un messaggio anche a uso interno, ai ministri che hanno disertato il Cdm, a ribadire che la linea la detta lui: «Non siamo il partito delle tasse e su questo diciamo no anche a Draghi».

E anche ai parlamentari, convinto che sapranno correggere l’errore, facendo fuori dalla delega lo spinoso tema della riforma del catasto «che - ribadisce - è una patrimoniale mascherata». Avverte tutti, dal Pd al M5s, da Giorgetti a Meloni: sappiano tutti che «noi non lasciamo il governo, se mai escano Letta e Conte. Il Parlamento ha dato la fiducia a Draghi per abbassare le tasse, non per aumentarle». Il segretario del Pd, Enrico Letta, replica con l’ironia: «L’impressione è che l’azione di Salvini in queste ore sia profondamente influenzata dallo smacco elettorale pesante». Giorgia Meloni con la libertà concessale dallo stare all’opposizione assicura che Fdi «continuerà a fare le barricate».

Cavalca lo slogan «basta tasse!» e parla di «stangata» in arrivo. Ma anche l’ala dura della Lega va all’attacco: il responsabile economico Alberto Bagnai lamenta come sia «difficile stare in maggioranza quando si è trattati da opposizione». Sulla stessa linea il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari: «Così ci accompagnano alla porta», dice. Poi, nel pomeriggio, dopo avere ascoltato il premier dalla Slovenia, Salvini stempera e fa sapere di aver apprezzato il passaggio in cui ha ribadito che l’esecutivo non vuole tassare la casa degli italiani: «Bene Draghi contro patrimoniale e nuove tasse sulla casa, adesso il Parlamento in aula tolga ogni accenno a riforma del Catasto che preluda a nuove tasse sulla casa», è la reazione del leader fatta filtrare da via Bellerio.

Dal che si capisce che, anche stavolta, Salvini non intende tirare la corda fino al rischio che si possa spezzare. Che è proprio quello che segnala Renato Brunetta, uno dei ministri considerati più vicini al premier, che invoca un «chiarimento» nel centrodestra per porre fine ai continui strappi. «Con gli strappi si va a sbattere», avverte il ministro della Pubblica amministrazione. Ma Salvini continua a ritagliarsi il ruolo di opposizione interna alla maggioranza.

Anche sulle misure di contrasto alla pandemia, considerando insufficienti, quasi un bluff, le norme che accompagnano la riapertura delle discoteche. Salvini, inoltre, auspica da Draghi anche un segnale sulle cartelle esattoriali: «Glielo chiedo personalmente, si faccia carico di 120 milioni di cartelle esattoriali che stanno per stritolare famiglie e aziende». È sul fisco, ora, che si gioca la partita più complicata. Salvini si affida a deputati e senatori. «Sono ottimista - dice -, conto che il Parlamento rispetti il mandato che ha avuto».

Un chiaro alleggerimento dei toni dopo che era arrivato a definire il pacchetto di delega fiscale una polpetta avvelenata, non più modificabile e per questo inaccettabile. «Una patrimoniale? No, è un’operazione di trasparenza dopo troppe opacità, questo governo non tocca le case e non alza le tasse, non turba la ripresa con attacchi fiscali», rivendica invece dalla Slovenia Draghi (che incassa intanto il sì del Parlamento alle risoluzioni sulla Nadef), in attesa di poterlo ribadire nel faccia a faccia in programma con Salvini.

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