mercoledì 13 febbraio 2019
Per un intoppo burocratico non può ancora entrare in funzione l'impianto di distribuzione revisionato
Un cartello di protesta esposto dagli abitanti dell’isola

Un cartello di protesta esposto dagli abitanti dell’isola

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Chi giunge per la prima volta sull’isola di Linosa resta colpito dai colori. Ad accogliere il visitatore sul pontile su cui attracca l’unico mezzo di trasporto durante tutto l’anno, il traghetto che, da Porto Empedocle impiega 10 ore di navigazione, «se il mare è buono», sono i colori ocra e nero, quelli che ne manifestano immediatamente l’origine vulcanica.

Linosa è piccola, solo 5 chilometri quadrati ed una popolazione residente di poco più di 500 anime. Una chiesa, il farmacista, la guardia medica, la stazione dei Carabinieri. Tutti si conoscono e tutti sono imparentati con tutti. Una grande famiglia accomunata dal disagio di vivere su una piccola isola nel bel mezzo del Mediterraneo. E il paradiso di questa isola, in cui vanno a nidificare le tartarughe, può trasformarsi, per la burocrazia in un inferno. Dal 6 dicembre 2018 gli abitanti di Linosa non possono rifornirsi di benzina sull’isola. Sono passati poco più di due mesi, quasi 70 giorni, ed ad oggi nulla è cambiato.

Tutto nasce dai lavori per l’ammodernamento dell’unico impianto di distribuzione di carburante presente sull’isola. Al termine di questi si è ancora in attesa del collaudo dei Vigili del Fuoco per poterne autorizzare l’apertura. Un tira e molla a suon di burocrazia, tenuto conto che, come ci dice lo stesso sindaco di Lampedusa e Linosa, Salvatore Martello, il progettista dell’opera e il direttore dei lavori si sono recati presso i Vigili del fuoco per presentare la documentazione necessaria ma si dovrà attendere domani affinché possa essere esaminata e inviata all’assessorato regionale alle Attività produttive per il nulla osta. Nel frattempo a Linosa si è tornati indietro di 50 anni. Ci si sposta in bicicletta o semplicemente a piedi.

Alcuni bambini, per giungere a scuola devo percorrere 5 chilometri a piedi anche sotto lo pioggia e i braccianti agricoli lavorano i terreni a mano senza poter utilizzare motozappe o trattori. «Siamo pronti a mettere in atto forme di protesta eclatanti», ci dice il sindaco Martello che, nei giorni scorsi, ha promosso un incontro con la popolazione per discutere dell’emergenza- carburante. Martello aveva lanciato un appello al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sottolineando le difficoltà per la popolazione ma anche le conseguenze in merito all’ordine pubblico dal momento che perfino le auto dei Carabinieri e della Guardia medica per poter proseguire nella loro attività hanno dovuto recarsi sull’isola di Lampedusa per rifornirsi di carburante.

«Dopo il mio intervento – spiega Martello – sono stato contattato dal ministero dell’Interno e poco dopo sono finalmente arrivati i Vigili del Fuoco per il collaudo. Le autorizzazioni però non sono state rilasciate perché mancherebbero alcune “formalità burocratiche”». Linosa non è nuova a queste emergenze. Già nel 2012 la popolazione si era riunita in un’assemblea ad oltranza e iniziato lo sciopero della fame per la mancanza di carburante sull’isola e nel 2015 si era riunita in presidio permanente per la mancanza di collegamenti con la terra ferma scrivendo anche un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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