mercoledì 26 luglio 2017
La richiesta di agire «in acque libiche, con unità navali inviate dall'Italia» è stata formulata dal governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale
Palazzo Chigi: il presidente del Consiglio Gentiloni incontra il Primo Ministro libico Al-Sarraj

Palazzo Chigi: il presidente del Consiglio Gentiloni incontra il Primo Ministro libico Al-Sarraj

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L'Italia valuta l'uso di navi militari con la Libia contro i trafficanti di uomini nel Mediterraneo. Su questo il governo intende informare il Parlamento. Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni dopo l'incontro a Palazzo Chigi con il premier libico Al-Sarraj, che fa seguito all'accordo di Parigi per una tregua e elezioni a primavera, promosso dal presidente francese Emmanuel Macron con Al-Sarraj e il "Ras" della regione dell'Est, il generale Khalifa Haftar. «Questa richiesta può rappresentare un punto di novità molto importante nella lotta ai trafficanti in Libia», dice il premier, che sente al telefono la cancelliera tedesca Angela Merkel e sottolinea che Berlino si schiera con Roma sui ricollocamenti.

La richiesta di agire «in acque libiche, con unità navali inviate dall'Italia» è stata infatti formulata dal governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale. «Dobbiamo ricordarci del ruolo giocato dall'Italia, e in particolare dal ministro Gentiloni, che ha sempre cercato di coinvolgere tutte le parti politiche», aggiunge Fayez Al-Sarraj, capo del governo di unità nazionale della Libia, al termine dell'incontro con il premier Paolo Gentiloni. «Dobbiamo tutti pensare che quello che è successo ieri» nei pressi di Parigi, nell'incontro voluto dal presidente francese Macron, «è il risultato di quello che tutti i nostri Paesi amici hanno cercato di fare», sottolinea il leader libico.

«La richiesta del presidente Serraj è attualmente all'esame del nostro ministero della Difesa - sottolinea Gentiloni - e le decisioni che prenderemo verranno valutate, non solo ovviamente con le autorità libiche, ma anche con il Parlamento». «E' in questa sala - rivendica il premier - che è stata costruita la conferenza diplomatica che ha dato il "la" al comunicato di Skhirat (che aveva l'obiettivo, come l'incontro di ieri nei pressi di Parigi, di sbloccare lo stallo politico in Libia)». Gentiloni, che prima di diventare premier era il capo della diplomazia italiana, rievoca così il summit sulla Libia tenutosi il 13 dicembre 2015. A presiedere la riunione c'erano lo stesso Gentiloni e l'allora segretario di Stato Usa, John Kerry. Il presidente del Consiglio ricorda l'impegno, su più fronti, dell'Italia in Libia. «Rivendico la scelta, coraggiosa, di mandare un ambasciatore a Tripoli. Rivendico la decisione di aprire un nostro ospedale da campo, il lavoro continuo dell'intelligence».



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