venerdì 17 dicembre 2010
È passato a maggioranza il testo presentato dal Ppe Respinta la proposta comune avanzata dalle formazioni di centrosinistra . All’Egitto si chiede anche di evitare l’uso di metodi repressivi contro i clandestini che attraversano i confini. Il Cairo deve impegnarsi a proteggere la dignità dei profughi, garantendo che chi si trova in stato di detenzione nel Paese possa entrare in contatto con l’Acnur.
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Alla fine l’Europa è scesa in campo. E per la drammatica vicenda dei profughi eritrei, ha fissato la sua parola definitiva: vanno liberati, subito. Gli eurodeputati hanno approvato ieri la risoluzione a lungo dibattuta negli ultimi giorni, accogliendo il testo della mozione che era stata presentata dal Partito popolare. Con l’approvazione di un emendamento orale, proposto in aula dall’onorevole Carlo Casini, che ha fatto la differenza. «Il Parlamento europeo – cita il testo, accolto dall’assemblea e inserito nella risoluzione – sollecita le autorità egiziane a prendere tutte le misure necessarie per assicurarsi della liberazione degli eritrei tenuti in ostaggio». Con una raccomandazione, che la dice lunga sui metodi che d’ora in poi dovranno essere utilizzati nella zona “rossa” del Sinai secondo l’Europa : evitando, cioè, «l’uso di metodi repressivi e violenti contro gli immigrati clandestini che attraversano i confini del Paese».Ma c’è anche di più, nel documento approvato ieri a Strasburgo, che pure sottolinea l’impegno del governo del Cairo negli ultimi anni nella tutela dei diritti umani, anche sulla base dei numerosi trattati internazionali sottoscritti dal Paese (uno su tutti, la Convenzione sui rifugiati del 1951): sempre nell’emendamento di Casini, infatti, si sottolinea come l’Egitto «dovrebbe proteggere la dignità dei profughi e la loro integrità fisica e psicologica, garantendo che tutti quelli che si trovano in stato di detenzione nel Paese possano entrare in contatto con l’Acnur (l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, ndr), permettendo a quest’ultimo di incontrare tutti i richiedenti asilo che si trovano in custodia dello Stato».Una risposta chiara, dunque, a quanto avvenuto negli ultimi giorni, e alle stesse dichiarazioni delle autorità del Cairo, che se in un primo momento avevano dichiarato di essersi attivate per la mediazione coi capi tribù beduini affinché liberassero gli ostaggi eritrei, avevano poi ribaltato la loro posizione, prima accusando i Paesi che avevano respinto i profughi d’essere responsabili per l’accaduto, poi sostenendo addirittura (contro ogni evidenza, e contro il parere stesso d’Israele) che la notizia del sequestro fosse stata montata ad arte per istigare l’opinione pubblica contro il governo.La maggioranza degli eurodeputati presenti in aula ieri pomeriggio ha premiato il testo presentato dal gruppo dei popolari a scapito della proposta di risoluzione comune avanzata dal «cartello» di cui fanno parte socialisti (Pse), liberali (Alde), Sinistra unita (Gue) e verdi. Il testo comune presentato dai quattro gruppi è stato votato per primo dall’assemblea, come vuole la procedura. Risultato: 31 voti favorevoli e altrettanti contrari. Un pareggio che, secondo le regole, equivale a una sconfitta. Poi gli europarlamentari hanno vagliato la proposta dei popolari, che è passata con 36 sì contro 14 no, e con l’approvazione decisiva dell’emendamento orale di Casini. Respinto, invece un altro emendamento, proposto stavolta dall’eurodeputato David Sassoli, capo delegazione del Partito democratico: invitava gli Stati membri ad affrontare l’emergenza umanitaria mediante il re-insediamento volontario in Europa di tutti i richiedenti asilo coinvolti in questa crisi.Soddisfatti i popolari Carlo Casini e Mario Mauro: «In modo serio ed equilibrato – ha spiegato il primo – e senza trasformare questo voto in un attacco ad uno Stato, abbiamo chiesto di provvedere ad azioni immediate per liberare gli ostaggi svolgendo anche un’azione di sorveglianza a carattere permanente, senza ricorrere ad uccisioni e a metodi violenti». «Con questa risoluzione – ha poi aggiunto Mauro, da cui è partita l’iniziativa della risoluzione per il Ppe – la nostra assemblea fa sentire la propria voce in difesa di questi profughi chiedendone la liberazione immediata e la fine delle torture che stanno subendo».
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