martedì 30 aprile 2013
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Per Enrico Letta la giornata è cominciata nel migliore dei modi. Quando in Italia è ancora notte, da New York arriva l’apprezzamento di John Kerry: il segretario di Stato lo definisce «amico buono e fidato degli Stati Uniti». Di mattina, poi, "Frau" Angela Merkel lo chiama per congratularsi, gli augura «molto successo» e lo invita subito a Berlino.Il debutto dell’Enrico presidente incassa applausi internazionali. In Parlamento lui dice senza mezzi termini, però, che l’Europa deve adesso cambiare rotta. Ed è più d’un applauso la palese apertura di credito che gli arriva da Berlino. Con un blitz a sorpresa già questo pomeriggio, subito dopo aver incassato la fiducia anche dal Senato, Letta sarà nella capitale tedesca. Ma sarebbe un azzardo pensare che nel suo primo tour europeo intenda sbattere i pugni sul tavolo. Non è nelle sue corde. Con la Merkel e, poi, con Francois Hollande e i vertici della Ue (Van Rompuy e Barroso), il capo del governo ribadirà di voler proseguire sul solco della politica avviata dal suo predecessore Monti. A partire dalla garanzia, ribadita alla Camera, che «come un buon padre di famiglia non farò debiti, faremo le cose che è possibile fare in questa situazione». E da quella, in parallelo, che saranno portate avanti le riforme economiche già intraprese. Una continuità con Monti richiamata, dopo la conferma del ministro Moavero Milanesi, anche da quella di Stefano Grassi, già consigliere per le politiche comunitarie del Professore.Quello con i leader Ue, dunque, sarà un approccio soft: fermo nel convincimento che l’Europa debba cambiare strada, ma cauto perché - ripetono i suoi collaboratori - per ottenere qualcosa in Europa bisogna essere credibili. Concetti ribaditi nel discorso, in cui ha sottolineato come «il mantenimento degli impegni presi sia necessario a uscire dalla procedura di disavanzo eccessivo», aperta nel 2009.Letta ricorda di essersi innamorato dell’Europa vedendo le immagini di Mitterand e Kohl mano nella mano nel cimitero di Verdun. Ma proprio perché europeista, chiede che l’Unione cresca e si evolva: deve avere maggiori ambizioni, migliorando le condizioni di vita dei suoi cittadini. E per farlo deve mettere da parte le contrapposizioni fra il Nord, ricco e rigorista, e il Sud, povero e lassista. La ricetta di Letta è per una maggiore integrazione che porti verso l’unione politica e bancaria. In altre parole, quegli Stati Uniti d’Europa che permetterebbero di competere con i "giganti" asiatici e sud americani.La prima tappa del giro in Europa sarà Berlino. Per ragioni di calendario, non di importanza, si affrettano a precisare dallo staff per evitare gaffe diplomatiche. Dopo il faccia a faccia con la Cancelliera, ci sarà un "pranzo serale" allargato alle delegazioni. Domani volerà a Parigi. Con Hollande la strada è in discesa: ora che c’è Letta, ha detto il ministro degli Affari europei francese, Thierry Repentin, «Hollande è meno isolato». L’ultima tappa sarà Bruxelles, dove il premier arriverà nella serata del 1° maggio per cenare con Herman Van Rompuy e, la mattina dopo, fare colazione con Barroso.

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