venerdì 17 giugno 2011
Casini (Udc): «Sulla sua onestà metto due mani sul fuoco». Follini (Pd): «È un servitore dello Stato». E governo e maggioranza fanno quadrato
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A fare muro in difesa di Gianni Letta non c’è solo il Pdl. Attestati di stima e di solidarietà, espliciti almeno quanto quelli dei colonnelli azzurri, arrivano dal leader Udc Pier Ferdinando Casini, dal braccio destro di Fini Italo Bocchino - anche lui citato nelle carte dell’inchiesta napoletana -, dal moderato democratico Marco Follini. Non si espongono per il momento i big del Pd e nemmeno i vertici del Carroccio, che non vogliono fare scivoloni in vista di Pontida, dove, a giudicare dalla rete, si annuncia una forte protesta contro «l’affarismo romano». Ma in sostanza sulla linea più barricadera resta solo l’Idv.«Io sull’onestà e sulla correttezza di Gianni Letta ci metto non solo una, ma due mani sul fuoco», dice Casini sin dal primo mattino. «Lui parla con tutto il mondo e tutto il mondo parla con lui. Ha sempre rifiutato di essere in Parlamento, dove c’è l’immunità, per mettersi al servizio gratuito della politica», sostiene il leader centrista. Se può essere considerata ovvia la mutua solidarietà tra due "moderati" a lungo al governo insieme, meno ovvia è la presa di posizione di Bocchino, vicepresidente di Fli: «I colpi alla maggioranza vengono dagli elettori e non dalle inchieste giudiziarie – dice per allontanare strumentalizzazioni politiche –. Lascerei lavorare la magistratura, credo che Letta goda di stima a 360 gradi». A completare la linea del sostegno bipartisan Follini: «Lo conosco come un onesto servitore dello Stato, non valuto l’inchiesta ma la sua personale correttezza è una virtù che conoscono amici e avversari».Il sottosegretario passa tutta la giornata tra Palazzo Chigi e incontri istituzionali. Partecipa al Cdm e al summit a tre con Berlusconi e Tremonti, ha un breve colloquio con Napolitano in mattina, poi nel pomeriggio con Fini. Intanto, intorno a lui, il Pdl insorge, e la solidarietà al braccio destro del premier supera la divisione tra correnti. Cicchitto vede nell’attacco nei suoi confronti «il segno di una fase opaca della vita nazionale», Eugenia Roccella lo descrive come «totalmente dedito alle istituzioni», Quagliariello lo considera «vittima di una fantasia perversa», Osvaldo Napoli sottolinea l’assenza di commenti da parte dei big democratici. Si mobilitano gli ex An che fanno riferimento a Gasparri e La Russa e i ministri azzurri, e dalla parte del sottosegretario si schierano anche il sindaco di Roma Alemanno e la governatrice laziale Polverini. Dal coro si stacca solo l’Idv. «Diamo alla magistratura il tempo di lavorare, la politica si deve astenere da giudizi soprattutto sulle persone coinvolte», dice il capogruppo dei dipietristi alla Camera Massimo Donadi. «È – conclude – un’indagine che inquieta, perché dimostra come il malaffare operi ai livelli più alti delle istituzioni»
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