lunedì 13 gennaio 2014
​Il premier dal Messico apre alle provocazioni di Renzi. "Mi fido di lui". E ancora: "Il cambio di passo ci sarà". Primo passo la direzione del Pd di giovedì.
COMMENTA E CONDIVIDI

Diecimila chilometri di distanza. Ma un confronto serrato per imprimere al governo quel "cambio di passo" che appare ormai inevitabile. Continua il duello a distanza tra il premier Enrico Letta, da domenica in missione in Messico, e il neo segretario del Pd Matteo Renzi che dopo aver lanciato a raffica una serie di proposte su legge elettorale elavoro, ha sfidato Letta chiedendo una svolta e accusandolo di non fidarsi di lui. Ieri la replica del premier che ha dato la sua disponibilità al rimpasto, chiarito che si fida di Matteo e che attende di valutare le decisioni della direzione Pd fissata per giovedì prossimo per capire come proseguire. Poi ci sono le grane generate dai singoli ministri che, per dirla con Enrico Letta, non lesinano con i pasticci. Una reazione a catena che mette sotto pressione l'esecutivo. Intanto il vicepremier Angelino Alfano torna a piantare i suoi paletti: "Non penso che si tornerà a votare, ma se ci sarà blocco, paralisi o stallo sarà bene tornare alle urne". E avverte Letta e Renzi: non caricate "questioni interne al Pd sul Paese". Resta il caso del ministro Nunzia De Girolamo che il Nuovo entrodestra definisce un "agguato mediatico tesogli da La Repubblica".Ma allagogna non è stata messa solo la titolare del dicastero dell'Agricoltura; il caso dei due Marò che rischiano in India la pena di morte ha scatenato il entrodestra che continua chiedere la testa di Emma Bonino, ccusata di essere "inerte". Critiche (soprattutto dei enziani) si sono puntate anche sul ministro del lavoro iovannini dopo le sue riserve sul Jobs Act. Malumori circondano nche la figura del ministro Flavio Zanonato (bersaniano), la ui presenza nel governo per alcuni non avrebbe più alcun senso politico. Tutti segnali che vanno ad alimentare le voci di un possibile rimpasto, eventualità messa nel conto dallo stesso Letta che ha già fatto sapere che l'argomento è ormai all'ordine del giorno. È ripartito così il toto-ministri e tra i nomi per l'Economia è rispuntato quello di Mario Monti (causticamente inserito da Brunetta nelle file dei "morti viventi") che però ha detto di non essere disponibile e di puntare invece ad un incarico europeo. Scalpita invece, Renzi, ma - dice lui - non per rimpastare il governo,  "bensì per mettere il fuoco nelle vene di un governo che ra come ora si muove come un bradipo" Rotta dopo solo 48 ore la tregua ilsegretario Pd ha rimesso Letta nel frullatore: il governo così non va, deve "cambiare passo davvero e gettare ale ortiche il metodo democristianese". Poi l'affondo: "Enrico non si fida di me", ma "sbaglia. Io le cose le dico infaccia". "Renzi dice questo? Io invece di lui mi fido..." ha replicato Letta dal Messico. Il confronto continua.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: