lunedì 16 marzo 2009
Il gip di Milano Paolo Ielo ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pm Alfredo Robledo sulla posizione del sindaco di Milano Letizia Moratti ed altri nell'ambito dell'indagine sui cosiddetti "incarichi d'oro". Nel respingere l'archiviazione, il gip ha dato l'incarico al pm di svolgere altre indagini, sentire altri testimoni e acquisire nuovi documenti entro il 30 giugno, per accertare eventuali responsabilità.
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Il gip di Milano Paolo Ielo ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pm Alfredo Robledo sulla posizione del sindaco di Milano Letizia Moratti ed altri nell'ambito dell'indagine sui cosiddetti "incarichi d'oro". Nel respingere l'archiviazione, il gip ha dato l'incarico al pm di svolgere altre indagini, sentire altri testimoni e acquisire nuovi documenti entro il 30 giugno, per accertare eventuali responsabilità.La procura di Milano aveva presentato lo scorso dicembre la richiesta di archiviazione nei confronti del sindaco Moratti e degli altri quattro indagati nell'inchiesta su presunte anomalie nell'assunzione di dirigenti da parte del Comune. L'ipotesi di reato a vario titolo e per le diverse persone, è di abuso d'ufficio, corruzione, concussione e truffa aggravata.Oltre al sindaco (indagata solo per abuso d'ufficio), l'inchiesta vede coinvolti l'allora direttore generale del Comune Giampiero Borghini, la sua vice Rita Amabile, l'ex direttore centrale delle risorse umane Federico Bordogna, e l'allora capo di gabinetto Alberto Bonetti Baroggi. All'avvio dell'inchiesta, il sindaco Moratti si era detta serena e tranquilla, aveva dichiarato di collaborare con la magistratura, ribadendo la correttezza del proprio operato e difendendo la propria opera di riorganizzazione del municipio.Lo scorso dicembre, Robledo aveva presentato una richiesta di archiviazione sostenendo che le condotte degli indagati non apparivano penalmente rilevanti. La vicenda riguarda il periodo fra luglio 2006 e febbraio 2007, con il numero degli incarichi triplicati e stipendi mensili dei neodirigenti da 14.000 euro. Sui criteri di nomina, l'opposizione aveva presentato un esposto alla Corte dei Conti, e poi un esposto in procura. Nel corso dell'inchiesta erano stati ascoltati una serie di testimoni, ex dirigenti comunali a cui erano subentrati i nuovi, che avevano messo a verbale di essere stati convocati dall'amministrazione comunale e invitati ad andare in pensione, con l'obbligo di una risposta nel giro di tre giorni. In alternativa, sarebbe stata minacciata la dequalificazione del ruolo e il ridimensionamento dello stipendio.
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