martedì 25 agosto 2009
Nel weekend cinque vittime. In Alto Adige una suora di 79 anni precipita e muore in un dirupo. Tra i deceduti anche un'esperta guida alpina sul Cervino, un decesso anche sulla Grigna. Oggi un altra vittima in Trentino.
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II paesaggio è come te lo aspetti, con il cielo terso, le conifere ver­dissime, i ruscelli che scroscia­no. Ieri mattina, per un’escursione con la famiglia nel suo ultimo gior­no di vacanza, suor Maria Agata Nie­derbrunner aveva scelto un percor­so a Selva dei Molini tra la Valle di Tures e la Valle Aurina, in Alto Adige. Il malore è arrivato di sorpresa e la suora – 79 anni, in pensione ma an­cora attiva nell’assistenza ai pazien­ti e ai malati terminali nell’ospeda­le di Brunico – ha messo un piede in fallo: tanto è bastato perché scivo­lasse lungo un dirupo profondo 150 metri morendo immediatamente. Vittima di un passo falso anche Wolf­gang Richter, cinquantottenne im­prenditore di Singen, nel Baden­Wurttemberg. L’alpinista è morto domenica mattina, sotto l’Aiguille Noire di Peuterey, nel massiccio del Monte Bianco: ironia della sorte, a­veva appena deciso – insieme al compagno di cordata – di desistere dal tentativo di ascensione. Mentre tornava verso valle con l’amico è sci­volato precipitando per duecento metri in un canale roccioso, andan­do a finire in un crepaccio. Gli uo­mini del soccorso alpino valdostano – allertati dal compagno di scalata di Richter – non hanno potuto fare altro che recuperare la salma. Le in­dagini sulla dinamica dell’inciden­te sono affidate ai militari delle Fiamme Gialle della tenenza di En­treves. Altra montagna – il Cervino – enne­sima vittima, questa volta uno sca­latore esperto, una guida alpina francese di 32 anni: Gerard Durand, dopo aver raggiunto domenica mat­tina la cima del Cervino, stava rien­trando insieme al suo cliente, anche lui un giovane francese, scendendo lungo la via italiana verso Capanna Carrel. Al col Felicite, a 4.200 metri di quota, l’incidente: secondo una prima ricostruzione dei finanzieri della stazione di Cervinia a cui sono affidate le indagini, la guida aveva appena calato il compagno di ar­rampicata e si apprestava a calarsi a propria volta quando è precipitata. Il cliente ha subito chiamato gli uo­mini del soccorso alpino valdostano che lo hanno trovato incolume ma sotto choc, ancora legato al corpo senza vita della guida: non ha sapu­to fornire alcuna informazione sul­la dinamica dell’incidente, sebbene abbia visto Durand precipitare da­vanti ai suoi occhi. L’ultima vittima di domenica, sulle montagne del Lecchese, è un escur­sionista di 44 anni residente in Val­sassina, in provincia di Lecco. An­che questa volta è stato una malore la causa dell’incidente: l’uomo è morto al culmine di un’ascesa men­tre si trovava in quota, in un rifugio dell’alta valle dei Mulini, sul versan­te nord della Grigna settentrionale. Vano l’intervento dell’elisoccorso: le condizioni dell’escursionista sono apparse subito gravissime, il deces­so è avvenuto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso dell’ospedale di Lecco. Sempre per un malore improvviso ha perso l’equilibrio ed è precipita­to in un profondo burrone Delio Ri­si – 75 anni, di Schio – durante un’e­scursione sul Pasubio. L’incidente è avvenuto sabato nei pressi del rifu­gio Lancia: il medico d’urgenza, in­tervenuto con l’elicottero di Trenti­no emergenza non ha potuto far al­tro che constatare la morte dell’uo­mo.
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