mercoledì 4 novembre 2015
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L’Esercito Italiano racconta la Grande Guerra con una mostra chiara e ricca di curiosità, pensata per le scolaresche e il grande pubblico, presso il Museo Storico della Fanteria di Roma. "Bollettino 1268. Il confine di carta" si intitola (come l’ultimo bollettino firmato da Diaz che annunciava la pace) la mostra appena inaugurata che rimarrà aperta fino al 2018, ospitando nel frattempo a rotazione altre mostre temporanee come quella tuttora in corso sul Corpo Militare della Croce Rossa. 
Diciannove stanze, centocinquanta oggetti, più di centoventi schede in vivissimi in pannelli corredati di piantine colorate, immagini d’epoca, video per raccontare soprattutto l’aspetto umano del conflitto. A incuriosire è la scelta dei cimeli, taluni rarissimi, provenienti da istituzioni e musei militari italiani, fra cui la Scuola Militare della Nunziatella, i Musei storici dei Granatieri di Sardegna, dei Bersaglieri, della Cavalleria, la Collezione museale del Poliambulatorio Caserma Redi di Fienze, lo Stabilimento Chimico e Farmaceutico di Firenze e via dicendo. Fra questi non solo armi, ma anche oggetti che raccontano un’epoca e la vita quotidiana al fronte, fra cui un rosario costruito con i pallettoni di schrapnel. Curatrice e autrice dei testi della mostra organizzata dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito è Federica Dal Forno, autrice anche del bel volume sulla mostra edito da Rodorigo Editore.
Presso Museo Storico della Fanteria, Piazza Santa Croce in Gerusalemme 9, Roma. Da martedì a venerdì: 09,30 - 12,30 / 15,30 - 19,00. Sabato e ultima domenica del mese: 9,30 - 12,30. Ingresso gratuito.L’infinito assalto. Mitragliatrici Fiat Revelli Mod. 1914. Detta "L’innaffiatoio del diavolo" perché la sua cadenza di tiro non lasciava scampo, era raffreddato ad acqua, contenuta in un serbatoio di quattro litri. Una tortura per i mitraglieri durante le torride estati del Carso senza rifornimenti.

Una croce sul cuore. Una stanza dedicata allo sviluppo della Croce Rossa durante la Grande Guerra. Svolse un ruolo di primo piano nella cura dei soldati feriti mobilitando, migliaia di unità, fra medici, farmacisti, cappellani, militi del Corpo militare ed infermiere volontarie.

Per la mia terra. Trincee. Dopo averle scavate, al loro interno i soldati divennero martiri non solo dei proiettili, dei bombardamenti, dei gas, ma anche di piogge torrenziali, del gelo invernale, del cocente sole estivo, del fango, dei pidocchi. Il pubblico al Museo entra in una vera trincea ricostruita per vivere un’esperienza reale.

 
La fine della Belle Èpoque. Sul finire dell’Ottocento e l’inizio del Novecento i governi e i singoli industriali iniziarono a investire capitali nella ricerca tecnica e scientifica: fotografia, radio, telegrafo senza fili, automobili, aeroplani, dirigibili, treni. Il conflitto irruppe in questa società in fermento. Nella prima sala alcuni modellini. 

La scienza sulle tracce della Grande Guerra. In questa sala si raccontano le ultime scoperte degli archeologi sulle vette innevate che furono scenario degli scontri. Al centro, divisa da alpino dell’epoca.

Museo Storico della Fanteria. L’esterno del Museo Storico della Fanteria in piazza Santa Croce in Gerusalemme 9 a Roma, sede della mostra. 

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