sabato 31 luglio 2021
Il tradizionale evento dedicato ad Avvenire premia don Maurizio Patriciello
Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio con don Maurizio Patriciello e il vescovo Luigi Ernesto Palletti

Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio con don Maurizio Patriciello e il vescovo Luigi Ernesto Palletti - Avvenire

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«Visto da qui, quello della Terra dei fuochi può sembrare un problema lontano – dice padre Maurizio Patriciello –. Ma non è così, ve lo assicuro, e non soltanto perché l’emergenza ambientale ci riguarda tutti. È che in questa storia non c’è solo la camorra, che pure fa la sua parte. Ci sono anche gli industriali disonesti, che approfittano della situazione per sbarazzarsi dei rifiuti tossici. E ci sono, purtroppo, rappresentanti delle istituzioni che non sono all’altezza del loro compito: vengono meno al patto di fiducia con i cittadini, tradiscono la buona fede della comunità. Io prego per tutti, però alla fine non sono i camorristi a preoccuparmi di più. Loro si fanno riconoscere, mentre gli altri si nascondono. Per questo mi fanno più paura».

Parole severe, che risuonano con nettezza nella chiesa parrocchiale di San Francesco a Lerici (La Spezia), sede quest’anno della tradizionale Festa di Avvenire: la più longeva tra le manifestazioni dedicate al «giornale che amiamo» (la definizione è dello stesso Patriciello), caratterizzata fin dal 1989 dall’assegnazione del premio intitolato al compianto direttore Angelo Narducci.

Quest’anno la giuria, presieduta da monsignor Luigi Ernesto Palletti, vescovo della Spezia-Sarzana-Brugnato, ha voluto attribuire il riconoscimento a Patriciello, per la sua capacità di «coniugare in modo unico l’essere sacerdote, uomo di Dio, e cittadino che, in quanto tale, sente il dovere sociale di impegnarsi nella lotta per la difesa del territorio, per sé e per le generazioni che verranno». Il nome del parroco di San Paolo Apostolo, nel Parco Verde di Caivano (Napoli) si aggiunge così alla lista dei premiati del passato, nella quale si ritrovano numerose firme di Avvenire (da Pier Giorgio Liverani a Luigi Geninazzi, da padre Giulio Albanese ad Andrea Riccardi), e molte altre figure di primo piano nella vita culturale ed ecclesiale, come la scrittrice Susanna Tamaro, il regista Pupi Avati, Chiara Amirante ed Ernesto Olivero.

Padre Patriciello era già stato designato vincitore nel 2020, ma l’andamento della pandemia aveva sconsigliato lo svolgimento della manifestazione, che è tornata oggi in forma ridotta. Un solo appuntamento, dunque, alla presenza di monsignor Palletti e del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.

Nel corso della cerimonia Patriciello è tornato a proporre la sua testimonianza appassionata e coinvolgente. «Caivano appartiene all’area metropolitana di Napoli ed è ad un passo dalla provincia di Caserta – ha ricordato –. Studi recenti confermano che in questa zona l’incidenza oncologica è molto più alta rispetto alla media nazionale. La causa, ormai lo sappiamo, è lo smaltimento illegale dei rifiuti, che vengono bruciati provocando miasmi tanto disgustosi quanto pericolosi. Una realtà drammatica, nella quale bene e male si trovano spesso intrecciati in un modo che sembra inestricabile. Il discernimento diventa essenziale, ma quello che più conta è non perdere mai la speranza».

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