martedì 23 marzo 2021
Il deputato promotore dell'iniziativa resta fiducioso: passaggio storico. La volontà politica c'è, gli stanziamenti pure, ma per partire il primo luglio mancano i decreti e il concorso di tre ministri
Lepri (Pd): tempi stretti, sull'assegno unico il governo deve accelerare
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La legge delega sull’assegno unico per i figli «è a un passo dall’approvazione definitiva». Lo ricorda come punto di partenza di ogni riflessione Stefano Lepri, deputato del Pd che sin dalla precedente legislatura, da senatore, è stato un po’ il "padre" di questa proposta che ha ottenuto un primo passaggio parlamentare all’unanimità. «Sta ai capigruppo al Senato decidere la data, ora che - ricorda Lepri - la commissione competente ha votato all’unanimità e senza modifiche il testo della Camera».

Nessuna frenata quindi?​

Nessuna frenata dalla politica e, mi sento di dire, nemmeno dal governo. Anche se, certo, i tempi si sono fatti molto stretti e bisogna accelerare. Si tratterà di un data storica, che darà luogo a una riforma epocale, che potenzia, semplifica, rende continuo, universale ed equo il sostegno alle famiglie. L’Italia finalmente tornerà a scommettere sulla natalità, a sostenere la genitorialità, riducendo le disuguaglianze legate ai carichi familiari. La misura tutela i servizi di welfare, mette al riparo la previdenza sociale e stimola i consumi, specie su base locale.

La legge delega dovrà definire le linee guida, ma poi serviranno i decreti legislativi...

E ci sarà bisogno di nuovo di un passaggio nelle Commissioni per precisare le caratteristiche della misura, gli importi e le modalità di erogazione. Infine seguiranno i decreti ministeriali, per definire le scelte organizzative e le procedure. Certo manca ancora una parte importante, ma il più è fatto.

Gli importi sono sufficienti?

Nella legge di bilancio 2021 è previsto uno stanziamento (fino a 6 miliardi l’anno a regime) aggiuntivo alle risorse (circa 14 miliardi) che si liberano dall’abrogazione degli assegni familiari, delle varie detrazioni e dei vari bonus. È un incremento notevole, quasi della metà degli attuali stanziamenti. Da più parti sono in corso simulazioni per fare in modo che nessuno ci perda e che i più ci guadagnino. Peraltro aumenterà la platea di beneficiari, oggi tanti sono esclusi in tutto o in parte.

Dal primo luglio si parte, quindi?

Lo prevede la legge di bilancio, avendo per il secondo semestre introdotto uno stanziamento aggiuntivo di 3 miliardi. Purtroppo, la pandemia che ha colpito diversi colleghi e la crisi di governo hanno rallentato il percorso parlamentare. Però abbiamo ancora cento giorni davanti, e possiamo ancora farcela a partire già da luglio.

Che cosa manca, allora?

Ora serve un colpo di reni da parte del governo, con un’azione di concerto tra i ministri per la Famiglia, dell’Economia e del Welfare. D’altronde il Parlamento ha dato un grande segnale di compattezza, votando all’unanimità la proposta. Non dubito quindi sulla determinazione che il governo metterà in campo nelle prossime settimane.

Nessuna incertezza nel suo partito, che vede cambiare molti assetti, compresi i capigruppo?

Il Pd ha svolto un ruolo fondamentale fin dall’inizio (il primo testo l’ho presentato nel 2014) e ora l’ha indicata tra le priorità dell’agenda parlamentare, grazie alla determinazione di Graziano Delrio. Enrico Letta ha ben ricordato, nel suo discorso d’insediamento, l’esigenza di affrontare in modo determinato il "debito" demografico. Sono sicuro che anche lui, come peraltro aveva fatto Zingaretti, intende sostenere convintamente la misura.

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