giovedì 28 aprile 2011
Due Tornado armati hanno effettuato la prima missione sulla Libia. Berlusconi al Quirinale, che in un comunicato "prende atto" che l'intervento in LIbia è coerente con le risoluzioni internazionali. Resta lo scontro nella maggioranza; il premier smentisce chi pensa che il ministro Tremonti sia la "regia" dei malumori della Lega sull'intervento militare.
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Due Tornado italiani armati hanno compiuto la prima missione sulla Libia da quando il governo ha autorizzato la partecipazione ai bombardamenti sul Paese nordafricano. I due aerei erano dotati di un armamento di precisione per colpire obiettivi selezionati. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, riferendo sulla situazione in Libia alle commissioni riunite di Esteri e Difesa, ha precisato che dal Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) non è stato chiesto all'Italia "un impiego militare sul terreno". Il Cnt "da noi riconosciuto come rappresentante legittimo del popolo libico", "cui è attribuito un ruolo centrale nel cammino verso la pace e la democrazia" - ha spiegato il ministro - ci ha fatto "molteplici richieste di aiuti e sostegno, proprio in relazione alla sua impossibilità operativa di contrastare l'azione delle forze governative contro la popolazione civile".Intanto gli Stati Uniti tracciano bilanci catastrofici dopo i primi due mesi di conflitto tra le forze di Gheddafi e i rivoltosi. Secondo l'ambasciatore Gene Cretz le vittime civili sono da 10mila a 30mila. Fonti mediche riferiscono della morte di almeno sette ribelli caduti nella notte a Misurata sotto il fuoco dell'artiglieria pesante dei lealisti. Zintan, nell'ovest del Paese, è sotto un pesante bombardamento di razzi Grad e scontri sono in corso anche a Kufra, vicino al confine egiziano. Oggi i soldati di Muammar Gheddafi hanno bombardato le postazioni dei ribelli a Dehiba-Wazin, al confine con la Tunisia. Alcuni proiettili d'artiglieria avrebbero raggiunto il suolo del Paese confinante. Dehiba-Wazin è nelle mani dei ribelli da circa una settimana. In questo contesto, il vicario apostolico di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli, chiede le dimissioni del governo italiano in seguito alla decisione presa dal Presidente del Consiglio di dare il via ai bombardamenti da parte dell'aviazione italiana impegnata a fianco della coalizione Nato.Resta lo scontro nella maggioranza e nel governo sul caso Libia, anche se interviene lo stesso presidente del Consiglio a smentire chi, era stato il Giornale oggi, immagina una 'regià di Giulio Tremonti dietro i malumori della Lega. "Riconfermo - dice il presidente del Consiglio - la mia piena fiducia nel ministro Tremonti e debbo perciò nella maniera più assoluta smentire il Giornale di oggi. D'altronde proprio oggi, alla Camera, come tutti sanno, abbiamo approvato il Documento Economico Finanziario che reca la sua firma con la mia. Subito dopo porteremo avanti il lavoro che Giulio Tremonti e i ministri competenti stanno preparando sul terreno delle politiche reali. Inoltre - sottolinea il premier - Tremonti è impegnato con me a ritrovare con la Lega i termini di un comune impegno politico anche sulla politica estera"."Il Presidente del Consiglio ha illustrato i motivi delle decisioni del governo sugli sviluppi della partecipazione italiana alle operazioni militari in Libia sulla base della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e del voto già espresso dal Parlamento italiano. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto richiamandosi alle posizioni espresse nel suo intervento pubblico del 26 aprile, in coerenza con gli indirizzi dell'ultima riunione del Consiglio Supremo di Difesa". Lo si legge nel comunicato diramato dal Quirinale al termine del colloquio di stasera tra il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio.All'attacco le opposizioni, con le mozioni di Pd, Idv e Terzo polo che chiedono un passaggio parlamentare con un voto che punta a certificare divergenze nella maggioranza, ripetendo sostanzialmente, almeno negli intenti, il copione andato in scena, ma non riuscito, il 14 dicembre scorso. La conferenza dei capigruppo di Montecitorio, intanto, ha deciso intanto il calendario: le mozioni parlamentari sull'intervento in Libia saranno votate il 3 maggio. Al momento sono state depositate due mozioni parlamentari, dal Pd e dall'Idv, mentre è in fieri quella del Terzo Polo, favorevole ad aumentare "la flessibilità operativa dei velivoli" italiani "con azioni mirate contro specifici obiettivi militari". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso della capigruppo ha comunuque sottolineato che valuterà con scrupolo che il voto sulle mozioni non vada a confliggere con il voto già espresso sulla risoluzione dell'Onu.
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