venerdì 20 aprile 2018
Bilancio positivo dall'analisi del "ritorno sociale" fatta sugli investimenti dell'associazione impegnata con le persone sordocieche. In crescita numero di assistiti, i posti di lavoro, l'indotto
Quando l'assistenza ai disabili aiuta anche le economie locali
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In un decennio è riuscita quasi a raddoppiare gli utenti disabili che segue. Ma è stata anche in grado di restituire, nei territori in cui opera, il doppio di quanto investe per l’assistenza ai sordociechi: in occupazione e in qualità della vita delle loro famiglie. Un dato certificato dall'analisi SROI, una metodica che misura il ritorno sociale sull’investimento. È il bilancio che la Lega del filo d’oro traccia della sua attività di servizio alle persone pluriminorate. Dati che emergono dall'Indagine per il triennio 2014-2016 «La valutazione economica degli impatti sociali della Lega del Filo d'Oro: un'analisi SROI» sul modello operativo dell'associazione.

Bilancio positivo innanzitutto per la crescita in termini di assistiti e, in parallelo, di operatori e volontari, resa possibile grazie al 5 per mille destinato a questa associazione da molti cittadini. Dal 2006 al 2017, infatti, le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali seguite sono passate da 548 a 892, registrando un incremento del 63%. Gli operatori a contatto con l'utenza sono saliti da 263 a 501, i volontari da 246 sono quasi triplicati raggiungendo quota 652. Un aumento importante se si considera che, diversamente da quanto si sapeva fino a qualche anno fa, l'Istat ha appurato che in Italia le persone sordocieche sono 189 mila.


Ma è positivo il bilancio anche per l’investimento sociale prodotto. Per ogni euro investito dalla onlus, infatti, il valore del ritorno sociale annuo medio – ossia il cambiamento generato nella vita dei beneficiari e famiglie, dipendenti, volontari e il territorio nel suo complesso – è quasi il doppio: 1,93 euro. In riferimento al triennio 2014-2016, si tratta di 17,5 milioni di euro annui in valore sociale creato, con un incremento costante del 15% circa nei tre anni considerati: da oltre 16 milioni di euro del 2014 a quasi 19 del 2016.

L'analisi Sroi, cioè del ritorno sociale sull’investimento, si è concentrata sul territorio di Osimo, nelle Marche, sede principale dell'Associazione. Da quest'anno la valutazione coinvolgerà però anche i centri di riabilitazione di Lesmo in Lombardia e Molfetta in Puglia e gradualmente le altre Sedi dell'Ente. L'impatto della Lega sul territorio, dunque, da solo vale (dato 2016, ultimo anno dei tre presi in esame) l'88% del valore sociale generato complessivamente, creato in particolare dall'occupazione resa necessaria dal modello rieducativo adottato e dall'indotto generato.

Secondo l’analisi del ritorno sociale del 2016, la Lega del Filo d'Oro ha generato un valore sociale di circa 1 milione di euro per le famiglie (e cioè genitori che riprendono il lavoro, che si orientano autonomamente nei servizi del territorio, che partecipano di più alla vita sociale, che riducono le ore di sostegno o di terapia familiare). Un altro milione e 200 mila euro di valore sociale è stato creato sul fronte del personale e dei volontari, altamente specializzati, che operano anche nelle scuole e nei servizi del territorio. Il modello riabilitativo della Lega del filo d’oro prevede un rapporto tra professionisti e utente molto elevato, anche di 2,7 a uno, ben al di sopra dello standard previsto dalle normative. Una scelta che si traduce in 5,7 milioni di euro di occupazione differenziale creata nel solo 2016. Più altri 10,8 milioni di euro di valore aggiunto sul territorio, generato per le attività produttive e commerciali della zona che l'organizzazione ha prodotto. Nel triennio esaminato la Lega del Filo d'Oro ha avviato la costruzione del suo nuovo centro nazionale: il primo lotto è stato inaugurato a dicembre 2017, mentre il cantiere del secondo lotto è appena partito.


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