venerdì 14 ottobre 2011
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Una lista nera forte di ben 47 nomi, da far fuori dal partito al più presto, perché ormai devono essere considerati “nemici della Lega Nord”. Amministratori locali, per lo più di Varese e dintorni, vicini se non addirittura primi confidenti di Roberto Maroni, inseriti in un elenco di “gente da epurare” al più presto, forse già con il consiglio federale, che andrà in scena lunedì a Milano, in via Bellerio, nel quartier generale del Carroccio. Un appuntamento quello di lunedì che man mano che si avvicina, sta diventato sempre più spinoso per le sorti del partito. Insomma, tira aria di rottura. I mediatori come Roberto Calderoli, a capo delle segreterie nazionali della Lega Nord, sono già entrati in azione per disinnescare l’ordigno. I maroniani non ci stanno e accusano di complotto l’altra corrente - il Cerchio magico, i “pretoriani” di Umberto Bossi -, guidata da Marco Reguzzoni e Rosy Mauro. «Sappiamo che gira questa lista – riferiscono alcuni esponenti leghisti varesini –. Se fanno fuori 47 amministratori locali o andiamo a congresso nazionale e si mette in discussione tutto il partito, oppure noi ce ne andiamo...». E al congresso a quel punto «dal Piemonte al Veneto si chiederà la destituzione di Bossi». Non solo, a conti fatti, e vedendo gli esiti dei congressi provinciali e locali, in Lombardia e Veneto, il partito sembra ormai essere più vicino a Maroni, che non agli altri leader del movimento. E così l’emorragia a questo punto potrebbe essere grave, peggiore di quella del “ribaltone” del 1994. Nelle ultime ore poi, tra conferme e smentite, in testa alla lista degli indesiderati sembra esserci proprio il ministro dell’Interno Bobo Maroni. Sempre nello stesso elenco ci sarebbero anche l’ex segretario provinciale di Varese Stefano Candiani e molti collaboratori del presidente della Provincia di Varese Dario Galli. Insomma, un nuovo caso, dopo il tentativo di presentare sempre per il federale di lunedì, un documento da votare, con il quale si sancisce “l’incompatibilità” tra l’iscrizione al Carroccio e l’associazione culturale Terra Insubre, circolo con 2.500 iscritti, fra i quali ancora una volta è iscritto pure Maroni e molti suoi simpatizzanti. Tutti tentativi quindi di indebolire dentro il partito il ministro dell’Interno, con la tattica di fargli terra bruciata intorno, allontanando i suoi più stretti collaboratori. E anche in Veneto le cose non si mettono bene. C’è chi ormai manifesta apertamente contro il partito, come Davide Lovat (espulso alcuni mesi fa) che settimana prossima presenterà i suoi indignados padani.
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