È impossibile il rispetto dei tempi dello switch off - il passaggio al digitale terrestre -, inizialmente previsto entro il 2011, in Liguria, Toscana, Umbria, Marche e nella provincia di Viterbo. Lo sostiene il comitato Aeranti-Corallo, che rappresenta circa mille imprese televisive, radiofoniche e agenzie di informazione locali, e che chiede un differimento dei termini al 2012. Il comitato fa sapere che i termini della presentazione delle domande per l’accesso alla nuova piattaforma digitale, in Liguria, Toscana e Umbria, originariamente ipotizzati per fine luglio, sono stati fissati invece al 16 settembre (Liguria) e al 23 settembre (Toscana e Umbria); addirittura, l’organismo di rappresentanza chiarisce che i bandi di gara per le Marche e per la provincia di Viterbo non sono stati neanche pubblicati. E non è tutto. I ritardi imputati al Governo - e al ministero dello Sviluppo economico, in particolare - sono anche altri. «I decreti di fissazione delle date dello switch off – spiega l’organizzazione di categoria in una nota pubblicata sul periodico
TeleRadiofax – (Liguria dal 10 ottobre al 2 novembre; Toscana, Umbria, province di La Spezia e di Viterbo dal 3 novembre al 2 dicembre; Marche dal 5 al 21 dicembre) sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale solo il 10 agosto e quindi (con riferimento dello switch off di Liguria, Toscana e Umbria) senza il rispetto dei tre mesi di preavviso previsti dal decreto del ministero dello Sviluppo economico 10 settembre 2008 e successive modifiche». Tre mesi assolutamente necessari per affrontare le questioni organizzative e che addirittura rappresentano un "contentino" rispetto ai nove mesi chiesti dal settore televisivo locale. Ma a questo punto occorre chiedersi: se comunque il ministero riuscisse a completare le graduatorie e ad assegnare le frequenze nei giorni che precedono le graduatorie, le imprese televisive locali potranno attivare gli impianti digitali secondo il calendario stabilito? «È impensabile», fanno sapere le emittenti locali. Che rilevano come non solo siano rimasti senza risposte i quesiti posti dalle emittenti di Toscana e Umbria «nonostante che i termini per la presentazione degli stessi scadessero il 26 agosto» ma che «le forniture degli impianti necessari per la transizione potranno essere effettuate solo dopo aver avuto la certezza dell’assegnazione frequenziale e la conoscenza della frequenza assegnata. Procedere in modo diverso – affermano gli editori – significherebbe operare rilevanti investimenti con la possibilità che gli stessi si rivelino inutili». Il rischio è alto: attendere la fornitura degli impianti tecnologici necessari potrebbe significare, per le televisioni locali, partire con qualche mese di ritardo rispetto alla transizione delle tv nazionali. Tradotto in termini pratici significa che le «locali» potrebbero ritrovarsi «sostanzialmente escluse dal mercato televisivo» con conseguenze pesanti «sul piano della raccolta pubblicitaria e della possibilità di continuità aziendale». Tuttavia, ammonisce Aeranti-Corallo, «fare lo switch off senza rispettare i tre mesi di preavviso significherebbe violare il decreto ministeriale del 2008». Quindi, l’organizzazione di categoria «auspica che il ministero dello Sviluppo economico voglia rivedere il calendario della transizione». La palla passa dunque al ministro Paolo Romani.