lunedì 24 febbraio 2014
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Per Forza Italia la linea, come al solito ormai da settimane, la esplicita Giovanni Toti che, in un tweet che riassume tutte le perplessità espresse da Berlusconi: "’Il coraggio di scelte radicali’", scrive il consigliere politico citando lo stesso presidente del Consiglio. "Dopo discorso di Renzi - aggiunge Toti - attendiamo fiduciosi il programma di governo". Poi, in serata, il’ex direttore dei tg Mediaset rincara la dose: "Poche soluzioni e pasticciate, speriamo il prosieguo del governo sia piu’ chiaro". Insomma, per ora c’è solo tanto fumo e niente sostanza. L’impegno di Forza Italia sulla riforma elettorale e sulle modifiche all’architettura costituzionale, comunque, non verrà meno. Sempre a patto che Renzi non si rimangi l’accordo siglato con Berlusconi. Il quale, dal suo canto - seppur non nascondendo la delusione per il primo passo ufficiale da premier di Renzi - preferisce attendere atti concreti per esprimere un giudizio compiuto: saranno i fatti a parlare e il primo banco di prova sara’ la legge elettorale,è il refrain. Al partito, però, il Cavaliere continua a chiedere di non attaccare direttamente il premier, nessuna critica personale. E così, le dichiarazioni degli azzurri si concentrano sulla aleatorietà dell’intervento programmatico.
"A me il discorso di Renzi è sembrato bello e concreto, confesso che mi è molto piaciuto: ho riconosciuto tutto il lavoro fatto nei giorni passati sui punti programmatici". così Angelino Alfano, ospite di speciale Ballarò, commenta le dichiarazioni programmatiche del premier in Senato. "Renzi - sottolinea il ministro dell’Interno - aveva solo due strade: una, quella di trasformarsi come d’incanto in uno dei senatori e farsi pervadere dall’atmosfera aulica dell’aula di palazzo Madama; oppure, mantenere il proprio profilo, in quanto Matteo Renzi. Non si è messo il gessato da senatore, ha scelto la seconda strada e secondo me non ha sbagliato". 
"Le dichiarazioni di Matteo Renzi sono coerenti con la composita maggioranza che lo sostiene. Per parte nostra abbiamo in particolare apprezzato la volontà di realizzare la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, di produrre regole del lavoro e dell'impresa utili ad attrarre investimenti, di garantire la certezza del diritto, di riformare lo Stato collegando legge elettorale, bicameralismo, rivalutazione dello Stato sulle Regioni. E ora al lavoro!", lo dichiara il presidente dei senatori del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi. "Il nostro sarà un sì condizionato - ha spiegato Marino (Per l'Italia)- nel senso che Renzi ha esposto i 'titoli' del programma, senza però esporre la declinazione concreta. Su questo oggi gli diamo la fiducia, ma aspettiamo i provvedimenti concreti per confermargliela. Il capogruppo Romano nelle dichiarazioni di voto - ha aggiunto - spiegherà tutto". "Le dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio contengono alcune scelte che riteniamo importanti per rilanciare nel breve periodo l'economia italiana. La partenza è promettente, soprattutto perché indica interventi e scadenze rapide; ma conteranno i fatti concreti, come abbiamo sostenuto nella recente manifestazione dei 60 mila a Roma". Lo dichiara Marco Venturi, portavoce di Rete Imprese Italia, dopo il discorso programmatico del presidente del Consiglio Matteo Renzi al Senato."Condividiamo le dichiarazioni del presidente del Consiglio sulla necessità di garantire il totale pagamento dei debiti della Pa alle imprese. Ma per farlo c'è bisogno di cambiare radicalmente le regole del patto di stabilità altrimenti non faremo altro che riproporre misure tampone". Lo dichiara il presidente dell'Upi Antonio Saitta, commentando le dichiarazioni programmatiche del presidente del consiglio Matteo Renzi in Senato."Le Province - sottolinea Saitta - hanno dato prova di grande capacità amministrativa utilizzando a pieno l'opportunità offerta dal decreto pagamenti. Abbiamo pagato l'intero importo che ci è stato messo a disposizione dal decreto, oltre un miliardo di euro, e oltre la metà era già stato interamente saldato a soli 6 mesi dall'entrata in vigore del decreto"."Ma non si può piu procedere con misure tampone, servono interventi strutturali di modifica delle regole del patto che non permettano che si verifichino ritardi - conclude -. Lanciamo al presidente del consiglio e al nuovo ministro dell'economia, Padoan, la proposta di aprire subito, già domani, un tavolo operativo, che approvi prima dell'estate questa importante riforma, cosi da permettere a Province e Comuni di riprendere gli investimenti e di riaprire i cantieri in tempi rapidissimi"."Voteremo no alla fiducia, un no convinto". Così il leader di Sel, Nichi Vendola, poco dopo le dichiarazioni programmatiche di Matteo Renzi al Senato. "Nel suo discorso ci sono i titoli, ma manca lo svolgimento", ha detto parlando con i giornalisti. Anche sui "diritti civili, ha fatto una lezioncina di cultura della mediazione, ma la sinistra è crepata per paura di chiedere troppo e chiedendo troppo poco". "Vedo avanzare un'agiografia su Renzi: il buonismo di regime è la cosa che più detesto", ha aggiunto."Renzi ha letto due programmi in uno: il capitolo della realtà, con impegni concreti sul rimborso dei crediti e del fondo di garanzia; un secondo capitolo, della possibilità, che riguarda un futuro disegnato da Renzi con pennellate vaghe. In mezzo, l'impegno a rispettare gli accordi con Silvio Berlusconi sull'approvazione della riforma elettorale": così Osvaldo Napoli, esponente di Forza Italia. "Renzi - aggiunge - ha un orizzonte realistico di sei mesi, un po' le colonne d'Ercole superate le quali deciderà il da farsi cioè premere il tasto finish oppure affrontare la navigazione di un tempo più lungo. Ma da qui a ottobre molte cose possono cambiare, in Italia e non solo"."Un intervento per titoli. Renzi ha puntato tutto sulla comunicazione fuori dal Palazzo: mancano interi pezzi di strategia economica, mancano gli esodati e i giovani senza reddito". Giudizio severo ma non pregiudiziale quello di Gennaro Migliore, capogruppo di Sel a Montecitorio nel giorno del debutto di Renzi al Senato. Nell'intervista a Intelligonews - quotidiano on line diretto da Fabio Torriero - spiega: "Siccome la sfida è sul fare, il Parlamento potrà essere l'occasione per incrementare questa vocazione. Bisognerà vedere se il governo sarà attento alle proposte che vengono dal Parlamento, ad esempio il nostro piano del lavoro". Per Migliore "nell'elenco dei titoli ci sono cose positive, ma il problema non sono i titoli che conosciamo ma il come. Detto questo la nostra posizione non sarà pregiudiziale. Non diamo la fiducia perché la maggior parte delle cose che dice saranno bloccate dalle reciproche rivendicazioni di Ncd e che sono tipiche di questa alleanza con Alfano. È un governo politico ma senza una politica chiara".   "Non c'è che dire: Renzi sa fare i comizi. Lo avvisino però che non era in piazza, ma al Senato. E sparare proposte a casaccio senza indicare come si pagano è facile per qualunque politico di qualunque Repubblica: durata tre mesi". Lo dichiara in una nota il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace. "Sui contenuti dell'intervento di Renzi non c'è nessun problema. La forma, diciamo, non è consueta, ma sui temi toccati c'è condivisione: stiamo mettendo nero su bianco. Concordiamo sull'abbattimento del cuneo fiscale che sia almeno del 10%". Così in Transatlantico il senatore di Ncd Roberto Formigoni promuove il discorso per la fiducia di Matteo Renzi a palazzo Madama."Le dichiarazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi per un piano industriale rispetto alle energie rinnovabili e al dissesto idrogeologico sono un elemento positivo e di discontinuità rispetto a quanto fatto dai precedenti governi". Lo dichiarano i coportavoce dei Verdi Luana Zanella e Angelo Bonelli che aggiungono: "Si tratta di interventi che noi Verdi chiediamo da anni a tutti i governi e che possono creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavori"."Auguriamoci che il governo Renzi si dimostri più autorevole e concreto di quanto è stato oggi il discorso per la fiducia". Lo scrive Corrado Passera su twitter.“Mi sembra che il discorso del presidente del Consiglio – attacca Paolo Agnelli – tracci una linea ben marcata. Ora saranno i tempi a fare la differenza: se Renzi riuscirà a rispettare il suo cronoprogramma forse ci saranno tempi migliori e Confimi Impresa vuole contribuire per migliorarli”. “I temi toccati dal presidente del Consiglio – continua il Presidente di Confimi Impresa - sono di sicuro interesse per il mondo delle piccole e medie industrie, soprattutto per quelle manifatturiere da noi rappresentate. Sul tema del lavoro e dell’energia - che devono essere prioritari - avanzeremo a Renzi alcune nostre proposte, così come avanzeremo alcune proposte a costo zero per lo Stato sul tema delle semplificazioni a carico delle imprese chiedendo l’abrogazione totale della disciplina sulla responsabilità fiscale negli appalti e subappalti e la rivalutazione civilistica dei beni di impresa che rappresenterebbe la soluzione per evitare la chiusura di molte realtà non in grado di ricapitalizzarsi in proprio”.Il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi, ha apprezzato, tra le altre cose, l’intenzione, annunciata oggi al Senato dal nuovo Premier Matteo Renzi, di voler sbloccare tutti i debiti maturati dalla Pubblica amministrazione nei confronti dei propri fornitori.Dichiara Bortolussi: “L’auspicio è che lo sblocco avvenga in tempi relativamente brevi. Se, come ci è stato promesso l’anno scorso, verranno pagati 20 miliardi di euro all’anno, con questa cadenza l’ultimo fornitore riceverà quanto dovuto nel 2018”.Secondo la CGIA, l’anno scorso i debiti della Pa ammontavano a 120 miliardi di euro circa. Nel corso del 2013 ne sono stati pagati poco più di 20: pertanto, lo stock complessivo del debito dovrebbe sfiorare i 100 miliardi di euro.  “Ipotizzando ottimisticamente che non si siano accumulate nuove passività – prosegue Bortolussi – con 20 miliardi di pagamenti all’anno, lo Stato azzererebbe il suo debito verso i fornitori nel 2018”.Tuttavia, a indispettire la CGIA è il comportamento tenuto nei mesi scorsi dall’Amministrazione centrale, dalle Regioni e dalle Autonomie locali. Infatti, entro la metà di settembre del 2013,  tutti gli enti della Pubblica amministrazione dovevano  segnalare al ministero dell’Economia l’ammontare dei debiti maturati nei confronti delle imprese private. Ebbene, entro il termine previsto ha risposto meno del 40% degli interessati, oltretutto fornendo dei dati poco attendibili (poco più di 3 miliardi di euro). “Auspico che con l’avvento del nuovo Esecutivo le cose cambino – conclude Bortolussi – e che in tempi ragionevoli si possa finalmente conoscere l’entità certa del debito commerciale accumulato dalla nostra Pa.”"Bello l'intervento del presidente dell'Agesci al Senato. Ma oggi non erano programmate le comunicazioni del presidente del Consiglio sulla fiducia?". Se lo domanda Giuliano Cazzola, esponente del Nuovo Centro Destra."Matteo Renzi è venuto a chiedere la fiducia in Senato proponendo all'Assemblea di palazzo Madama un'agenda priva di sostanza e di misure concrete per fronteggiare le urgenze dell'Italia. Non una parola su come tagliare la spesa, non una parola su come finanziare la ripresa, e non una parola sul Sud e sulla politica estera, vero e propriocardine di ogni Stato. Queste gravi dimenticanze tradiscono la statura di un premier che rimane al momento solo un leader di partito, scevro della consistenza necessaria a governare un grande Paese". Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Bruno Alicata."Il premier Renzi ha ancora una volta sorpreso tutti, parlando direttamente al Paese. In modo semplice e concreto, ha spiegato come è possibile riconciliare la politica con i cittadini". Lo afferma il senatore del Pd Mauro Del Barba. "Contare il numero degli applausi in Aula è esercizio inutile - aggiunge il parlamentare - il presidente del Consiglio ha esposto un programma coraggioso e particolarmente definito sulle misure utili a incoraggiare la ripresa economica". "L'obiettivo è che il Paese comprenda l'ambiziosità della sfida che il premier intraprende ", conclude Del Barba."Presidente lei parla di cittadini che attendono risposte, ma dov'era quando le chiedevamo in aula al suo partito? Noi siamo cittadini comuni, non siamo casta e non lo vogliamo diventare". Lo ha detto la senatrice di M5s Laura Bottici intervenendo in Aula al Senato durante il dibattito sul discorso programmatico di Matteo Renzi. "Lei ha detto che 'non ha l'eta", io concludo con 'Parole, parole, parole, soltanto parole...", ha aggiunto Bottici citando la canzone portata al successo da Mina. ​
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