Giorno della Memoria, la fiaccolata andata in scena a Torino, al binario 17 della stazione di Porta Nuova - Ansa
L'odio non è un fenomeno nuovo, né è sorto con l'avvento di Internet e dei social media. Tuttavia, questi nuovi strumenti tecnologici hanno amplificato notevolmente il fenomeno. L'era digitale ha fornito agli odiatori seriali un palcoscenico globale dove sprigionare una violenza a tratti inaudita, che spesso mina i valori fondamentali di rispetto e tolleranza. Ormai è sempre più evidente come i social molto spesso contribuiscono alla diffusione del pensiero antisemita.
L’escalation dell’odio online è un fenomeno preoccupante che coinvolge intere comunità. Dall’antisemitismo su X ai post anti-israeliani su Tik-Tok, fino alla proliferazione di contenuti islamofobi, la Rete si sta trasformando in un palcoscenico per l’incitamento dei sentimenti più tossici. Questo incremento dell'odio antisemita rispetto agli anni precedenti è una chiara indicazione della fortissima influenza che le piattaforme possono esercitare nel plasmare le opinioni e i sentimenti delle persone. L'accessibilità immediata e diffusa dei social media fornisce un terreno fertile per la rapida propagazione di idee discriminatorie, contribuendo così alla creazione di un clima ostile nei confronti di alcune comunità. Quest’anno la Giornata della Memoria, che dovrebbe essere un momento di riflessione e rispetto per le vittime dell'Olocausto, si è trovata ad affrontare una sfida ancora più grande a causa dell'incremento dell'odio antisemita online, legato al fatto che talune critiche rivolte al premier israeliano Netanyahu si stanno pericolosamente scatenando sulle comunità ebraiche. Le piattaforme social, invece di essere veicoli di dialogo, comprensione e solidarietà, sembrano essere diventate strumenti per scatenare gli istinti più brutali e distruttivi. A partire dal 7 ottobre 2023, giorno dell’azione terroristica di Hamas, i discorsi di odio antisemita sono aumentati vertiginosamente sulle piattaforme social e da quel giorno la polarizzazione online ha raggiunto livelli senza precedenti.
La diffusione di contenuti divisivi nello spazio virtuale continua a produrre tensioni laceranti e contribuisce a creare un clima di intolleranza che mina la convivenza virtuale e reale tra le diverse comunità. Come si è visto, però, storie di odio e violenza non si limitano solo al mondo digitale e dei social. Un episodio di odio razzista si è recentemente verificato nella vità “offline” durante la manifestazione contro Israele alla Fiera di Vicenza. In occasione dell'apertura della fiera “VicenzaOro”, una delle fiere più importanti a livello internazionale nel settore dell’oro e dei gioielli, alcuni manifestanti hanno protestato per la presenza del padiglione di Israele. Ma questo è solo l’ennesimo gravissimo episodio di antisemitismo delle ultime settimane. Proprio in questo contesto la “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”, fortemente voluta e attualmente presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre, è chiamata ad osservare, studiare e intervenire sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza verso persone o gruppi sociali in base a etnia, religione, orientamento sessuale o condizioni fisiche o psichiche particolari. La Commissione infatti riconosce l'importanza di affrontare le radici dell'odio, piuttosto che limitarsi a combattere le manifestazioni online e offline. Oggi più che mai è necessario un approccio olistico che coinvolga regolamentazioni efficaci e mirate e cambiamenti culturali profondi. Innanzitutto è necessario che gli operatori delle piattaforme social intensifichino i loro sforzi per monitorare e moderare attentamente i contenuti che promuovono l'odio antisemita. Inoltre, è fondamentale sensibilizzare gli utenti sull'importanza del rispetto reciproco e della comprensione interculturale per contrastare la diffusione di idee discriminatorie e promuovere un ambiente online più inclusivo e tollerante. Anche le istituzioni devono impegnarsi a sviluppare politiche che responsabilizzino sempre di più le piattaforme digitali, chiedendo loro di adottare misure efficaci per monitorare e moderare i contenuti discriminatori, senza tuttavia mai comprimere la libertà d’espressione. Oltre alle regole e agli interventi legislativi, sono importanti quelli culturali.
L'educazione è una chiave per combattere le radici dell’odio. La promozione di una cultura di rispetto, tolleranza e comprensione reciproca è essenziale per creare una società che respinga attivamente l'odio in tutte le sue forme. Solo attraverso la collaborazione tra utenti, piattaforme social e istituzioni, si potrà sperare di invertire questa tendenza e di creare un ambiente online che rifletta i valori fondamentali di convivenza pacifica e rispetto delle diversità. Solo così la Rete potrà dispiegare tutte le sue potenzialità costruttive, al servizio di un mondo migliore.
Ruben Razzante è docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano e consulente della commissione sull’antisemitismo presieduta da Liliana Segre.