sabato 21 ottobre 2023
Levata di scudi contro la decisione dell'Ispettorato del lavoro di sanzionare i medici del Pronto soccorso del Policlinico (primario compreso) per «l'eccesso di straordinari». La lettera a Mattarella
Un murales dedicato ai medici a Milano

Un murales dedicato ai medici a Milano - Ansa

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Eroi nella realtà, costi sulla carta. E nel mondo incredibilmente capovolto della sanità italiana, dove è sulla carta che i conti devono sempre più quadrare (spesso in barba al diritto alla salute dei cittadini) succede che gli “angeli” delle corsie – quelli che nei mesi durissimi della pandemia hanno affrontato turni massacranti pur di salvare vite dal Covid e a cui sono stati dedicati strade e murales e commemorazioni in tutta Italia, quelli di cui si lamenta la carenza sempre più drammatica oggi – siano multati per aver svolto troppi straordinari, violando gli orari di lavoro «previsti dalla legge». È con questa motivazione che ai medici del Pronto soccorso del Policlinico di Bari sono state recapitate dall’Ispettorato del lavoro una lunga serie di sanzioni amministrative. Nel caso del primario, Vito Procacci, che ha anche reso nota la vicenda, la multa è pari a 27.100 euro: «Tutto ciò – spiega – per aver adempiuto al nostro dovere ineluttabile di operatori sanitari durante il periodo tragico dell'emergenza».

Di qui la decisione di prendere carta e penna e rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Le scrivo – si legge nella lettera – perché oggi, dopo tutto l’impegno profuso da me e dalla mia meravigliosa équipe nel contribuire orgogliosamente a rendere un essenziale servizio ai cittadini, in nome del giuramento di Ippocrate e dell’articolo 32 della Costituzione, le affido tutta l’amarezza, la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto da uno Stato che amo, ma nel quale ad oggi faccio fatica a riconoscermi». Uno Stato che agli stessi medici – sembra una beffa – ha riconosciuto un premio per “aver fatto respirare la Gente di Puglia” e che invece oggi «ci chiama trasgressori in un burocratico quanto asettico verbale di sanzione amministrativa». Il Policlinico di Bari, per parte sua, s’è già mosso in difesa del suo personale e ha deciso di impugnare l’accertamento: il verbale dell’Ispettorato del lavoro infatti imputa ai sanitari «di non aver rispettato all’epoca i riposi prescritti e aver lavorato più delle ore previste», ma «proprio nel periodo oggetto della contestazione – precisa l’ufficio legale dell’ospedale – il nostro personale era ancora fortemente impegnato nella risposta all’emergenza Covid. E i Pronto soccorso, attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sono sempre pronti ad affrontare situazioni d’urgenza, salvando vite di pazienti in condizioni critiche». Mentre la Federazione italiana delle società medico-scientifiche ha lanciato un appello sui social a tutti i medici italiani a sottoscrivere la lettera del primario di Bari, avviando una raccolta fondi per sostenere lui e il suo personale.

Durissima anche la reazione della Federazione nazionale degli Ordini dei medici: «È una situazione paradossale, che ha dell’incredibile – il commento del presidente Filippo Anelli –. Io sono testimone diretto della parte dello Stato che ha premiato i medici per la dedizione durante il periodo Covid, mi è stata consegnata dalle mani del presidente della Repubblica una medaglia d’oro. Ora un’altra parte dello Stato multa i medici per aver salvato migliaia di vite. Ci trovavamo in una fase emergenziale, venivano chiusi interi reparti, cosa avremmo dovuto fare: chiudere tutto e lasciare morire? Oggi quell’impegno viene multato, una cosa davvero senza senso». La Fnomceo ha fatto sapere di aver già preso contatto con la ministra del Lavoro Elvira Calderone: «Porteremo il caso alla sua attenzione». Ma anche se i ricorsi fossero vinti, e le multe annullate, l’ulteriore ferita alla categoria dei medici resta inferta. Ciò che al Paese dei Pronto soccorso sguarniti, dei camici bianchi in fuga, degli studenti sempre più allergici alla medicina d’urgenza, fa male alla salute. Di tutti.

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