giovedì 20 gennaio 2022
Mediterranea soccorre 100 persone. Altri 109 da Msf. Ma altri barconi stanno partendo dalle coste, sotto gli occhi delle autorità di Tripoli. Malta non risponde alle richieste d’aiuto
Le persone salvate a bordo della “mare Jonio”

Le persone salvate a bordo della “mare Jonio” - Mediterranea Saving Humans

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Nonostante le condizioni meteo sfavorevoli le milizie libiche, con la significativa inattività della cosiddetta guardia costiera libica coordinata dai “consiglieri militari” turchi, tornano a inviare messaggi politici soprattutto all’Italia. E alla vigilia dell’elezione del Capo dello Stato sono riprese le partenze dalle coste libiche.

Se ieri a Lampedusa ci sono stati quattro sbarchi senza che i barconi fossero stati intercettati da equipaggi di soccorso in mare (né le Ong, né gli assetti militari) nelle stesse ore prendevano il largo almeno altri sei barconi. Il primo lo ha soccorso in piena notte la “Mare Jonio”, che dopo una difficile operazione Sar (ricerca e soccorso, ndr) durata 4 ore, ha trovato 100 persone. Alcuni naufraghi erano già caduti in acqua. Altre 109 persone sono state soccorse dall'equipaggio di "Geo Barents" la nave di soccorso di Medici senza frontiere. Intanto, sempre sulla più grande delle Pelagie nel corso della giornata la Capitaneria di porto e della Guardia di finanza hanno intercettato altri tre barconi. appena ultimato l'intervento la "MareJonio" ha ricevuto una nuova richiesta di soccorso e ha raggiunto altre 100 persone. "Adesso - afferma Mediterranea - sono complessivamente 208 le persone in salvo sulla nostra nave e hanno bisogno di un porto sicuro di sbarco".

L'ultimo dei tre barconi giunto a Lampedusa, con 60 persone, aveva a bordo anche il cadavere di un migrante morto durante la traversata. Gli inquirenti stano cercando di sapere se altre persone sono decedute durante la navigazione. A 40 miglia a sud di Lampedusa, sempre gli uomini della Guardia costiera avevano rintracciato un'imbarcazione con 52 uomini di nazionalità bengalese ed egiziana. Dopo il trasbordo e lo sbarco al molo Favaloro, anche per loro è stato disposto il trasferimento nell'hotspot di contrada Imbriacola, dove si trovano al momento oltre 260 ospiti.
Dal ponte di comando di “Mare Jonio” l’operazione era stata comunicata alla centrale di coordinamento italiana e a quella maltese. Da Roma è stato ripetutamente chiesto di rivolgersi a Malta poiché l’area dell’intervento (70 miglia da Lampedusa e 160 da La Valletta) sulla carta sarebbe di competenza maltese. “Nonostante i nostri ripetuti tentativi - si legge nella comunicazione tra Mare Jonio e il centro di soccorso di Roma - non abbiamo ottenuto alcun riscontro dalle competenti Autorità Maltesi”.

Alarm Phone, intanto, continua a ricevere richieste di aiuto. Segno che nei prossimi giorni in mare ci saranno partenze con il rischio sempre crescente di nuove stragi. Dieci giorni fa il capomilizia al-Khoja, promosso a capo del Dipartimento contro l’immigrazione illegale di Tripoli, ha rastrellato circa 2 mila migranti e profughi che da tre mesi si erano accampati all’esterno di un edificio dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati. Alcune delle persone sbarcate in questi giorni in Italia dicono di essere state imprigionate proprio durante quella retata. Segno che le milizie affiliate alle autorità centrali si sono approvvigionate di esseri umani a cui estorcere denaro in cambio di un posto sui barconi.

I 109 migranti salvati da Msf sono in maggioranza eritrei. "I nostri team stanno curando diverse persone per ipotermia lieve – spiegano dall'ong -, ma tutte stanno bene". I naufraghi hanno raccontato di essere salpati dalla Libia e di aver trascorso la notte in mare. Il giorno precedente Geo Barents aveva salvato altre 87 persone. IN totale ci sono in questo momento a bordo delle navi del soccorsocivile 300 persone.

Sullo sfondo c’è la “guerra di spie” lanciata da Erdogan, che nei giorni scorsi ha fatto arrestare un presunto informatore turco dei servizi segreti italiani, il quale è accusato di aver fornito informazioni sensibili sulla Libia e altri dossier strategici. Una partita che vede Malta recuperare terreno. Le attività in mare dalla Libia sono note sull’Isola dei Cavalieri, che da alcuni giorni ha inviato a Tripoli un suo inviato, il controverso colonnello Alex Dali, incaricato di coordinare gli interventi bilaterali contro il traffico di esseri umani. Dalli non è incaricato di verificare le condizioni dei migranti nei campi di prigionia né quale sia il livello di approvvigionamento di merce umana da parte dei clan libici, ma deve assicurarsi che i barconi non prendano la direzione di Malta.

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