sabato 30 settembre 2023
Il Rapporto “Noi doniamo” presenta la fotografia di un Paese che non ha perso la sua tradizionale generosità, ma che è ancora in sofferenza per la pandemia: «C’è luce, ma il tunnel è ancora lungo»
Giornata del dono. Volontari

Giornata del dono. Volontari - Sito Istituto italiano delle donazione

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Il Rapporto sulle donazioni, redatto ogni anno in occasione della Giornata del dono fissata dalla legge al 4 ottobre, è basato su diverse fonti di ricerca. Anzitutto l’Indagine sulle Raccolte Fondi dell’Istituto Italiano della Donazione che traccia una fotografia approfondita sulle raccolte fondi del non profit; le ricerche Bva Doxa “Italiani solidali” su un campione di 2.000 individui attraverso interviste in profondità; l’indagine multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana” condotta da Istat su un campione di 25.000 italiani.

Un popolo che si impoverisce facilmente diventa meno generoso. Soprattutto quando ciò avviene dopo una pandemia che ha sconvolto tutto e tutti. Gli italiani, oggi, paiono attestarsi sullo stretto crinale che divide impegno e generosità su un versante, disimpegno ed egoismo sull’altro. Forse è questa la chiave di lettura che si può ricavare dalla sesta edizione del Rapporto “Noi doniamo” – curato dall’Istituto Italiano della Donazione (Iid) in collaborazione con CSVnet per il Giorno del Dono del 4 ottobre – che esamina le diverse tipologie di dono: in denaro, capacità e tempo (volontariato) e di materiale biologico (sangue e organi).

I risultati sono positivi, ma non così tanto come in passato. E se il 2020 è stato l’anno in cui la pandemia ha acceso una reazione solidale e il 2021 ha registrato difficoltà sia sul fronte dell’impegno economico che nel volontariato, nel 2022 si sono cominciati ad avvertire i primi segnali di ripresa in tutte le dimensioni del dono. Non ancora però ai livelli pre-Covid. «Un risultato in cui speravamo, anche se quelle che vediamo sono solo le prime luci in fondo ad un tunnel ancora lungo», commenta il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione, Stefano Tabò.

Venendo ai numeri, la percentuale di cittadini che affermano di aver donato almeno una volta denaro ad un’associazione è salito al 12,8% delle persone oltre i 14 anni. Un risultato in ripresa (+0,8%) dopo l’arresto del 2021 quando si era registrato un calo di 2,3 punti. I giovani continuano a donare poco (meno del 6% fino ai 24 anni), mentre la quota raggiunge il massimo nella fascia d’età matura 45-74 anni (17%). La raccolta fondi delle associazioni non profit resta sostanzialmente stabile. Le entrate che provengono da individui, aziende e fondazioni, infatti, sono aumentate per il 47% delle organizzazioni (era il 46% nel 2021) e rimaste invariate per il 28% (era il 13%). Le Onp che hanno denunciato un calo della raccolta sono invece diminuite nettamente dal 41% al 25%. A vincere nelle preferenze dei donatori è ancora la ricerca medico-scientifica pur se in flessione (35% contro il 49% nel 2021), seguita dagli aiuti per le emergenze (dal 17% al 29%). Al terzo posto, a sorpresa, si trova invece la protezione degli animali salita dall’11% al 27%, mentre l’assistenza a persone malate o con disabilità resta al 18%.

C’è però anche chi non dona. Per quale motivo? «Il primo è di ordine culturale: un orizzonte valoriale individualistico-familistico che genera distacco e indifferenza rispetto a quanto accade agli altri e nella società – spiega Paolo Anselmi, Presidente di Walden Lab –. La seconda ragione è costituita da una debolezza di immagine delle organizzazioni non profit, percepite come scarsamente efficienti e poco affidabili nell’uso che fanno dei fondi raccolti”. E ciò nonostante donare renda felici, come confermano le ricerche delle neuroscienze, in questa occasione inserite nel Rapporto dell’Iid. Una buona notizia arriva invece dal capitolo volontariato, dopo che negli scorsi mesi altre indagini avevano segnalato un vero e proprio crollo.

Questo nuovo Rapporto, invece, registra una crescita dei volontari all’8,3% (+1%), con un marcato aumento tra le fasce di giovani e giovanissimi: dal 3,9 al 6,4% fra i 14 e i 17 anni; dall’8,9 al 9,4% per i 18-19enni e dall’8,9 al 9,2% nella fascia 20-24 anni. Migliorano, infine, anche le donazioni biologiche, seppur con l’emergere di alcune criticità. I donatori di sangue sono stati 1.660.227, in leggera crescita, ma il numero insufficiente di medici sta mettendo in difficoltà i centri trasfusionali e rendendo più difficile le raccolte di sangue. Molto bene i trapianti che sono stati 3.887, quasi 100 in più rispetto al 2021 e secondo miglior risultato di sempre. Ma sono ancora troppi i “no” alla donazione nelle dichiarazioni di volontà: un 28% di opposizioni registrate in vita, che però in alcune regioni del Sud superano il 40%.

I dati del 2023, anno di alta inflazione e bassa crescita economica, daranno probabilmente una risposta chiara su quale versante del crinale noi italiani saremo finiti: tra i generosi o gli individualisti.

L'Istituto che promuove le donazioni

L’Istituto Italiano della Donazione (Iid) è un’associazione che promuove la cultura del dono in tutte le sue forme. Iid assicura che l’operato delle Organizzazioni Non profit sia in linea con standard riconosciuti a livello internazionale e risponda a criteri di trasparenza.

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