giovedì 9 aprile 2009
Welfare e fisco al centro della discussione in Consiglio dei Ministri per varare gli interventi post-sisma. Allo studio del ministero del Lavoro un pacchetto di sostegno sociale. Sacconi: ammortizzatori anche per gli autonomi.
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Non c’è solo l’emergenza da gestire nel­l’agenda del governo. C’è soprattutto il futuro delle popolazioni duramen­te colpite dalla tragedia. Dalla ricostruzione delle città al posto di lavoro, dalle misure fiscali alla scuola. Ci sono città da rimettere in sesto. E soprattutto vite da accompagnare, da so­stenere come non mai. Un welfare straordi­nario che il Governo cercherà di delineare nel decreto che dovrebbe approvare il Consiglio dei Ministri convocato per stamattina. Diversi gli interventi previsti, in parte annun­ciati nei giorni scorsi da più esponenti del go­verno. Il primo aspetto riguarda le risorse. Si parte dai 30 milioni varati dall’Esecutivo lo stesso giorno della tragedia per affrontare l’e- mergenza e gli aiuti immediati. Duecento mi­lioni di euro potranno arrivare dall’Unione eu­ropea, grazie alla rimodulazione di parte dei 350 milioni del programma operativo dell’A­bruzzo. A questi si possono aggiungere altri soldi del Fondo di solidarietà per le catastrofi naturali, per ottenere i quali il governo dovrà attivarsi a Bruxelles entro 10 giorni. Ma per la ricostruzione servono miliardi, a cui il gover­no e in particolare il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti sta lavorando per reperirli e utilizzarli in tempi «rapidi e certi». E ieri Tre­monti, insieme ai colleghi Bossi e Calderoli, ha visitato i luoghi del sisma, incontrando il ca­po della Protezione civile Guido Bertolaso. Se sulle misure per l’edilizia e la ricostruzio­ne il dibattito è aperto attorno alla proposta delle «new town» lanciata dal premier Silvio Berlusconi e sui cento pro­getti da affidare alle Province, sembrano esserci invece già indicazioni precise per i lavoratori e per le a­ziende distrutte o costrette a sospendere la produzione. «Quello che serve, ci sarà, in ter­mini di risorse e di sostegno, a partire dall’e­stensione degli ammortizzatori sociali anche agli autonomi»: ha assicurato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi che con l’assesso­re al Lavoro della Regione Abruzzo, Paolo Gat­ti, sta lavorando ad uno specifico pacchetto sociale. Sacconi ha sottolineato che «ci sarà per la prima volta una forma di protezione del reddito anche per i lavoratori indipendenti, autonomi. Pensiamo a chi ha perso un bar, u­na bottega artigiana». Inoltre, «ci sarà una im­mediata riattivazione di tutte le prestazioni sociali, dalle pensioni agli assegni di invalidità e di accompagnamento, agli ammortizzatori sociali», poiché «è saltato tutto l’apparato sta­tale, mancano le sedi, che sono disastrate. Ma stiamo già riattivando in modo virtuale, gra­zie ad altre sedi, tutte le funzioni». In programma, come anticipato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, an­che una «tregua fiscale» con lo slittamento del­le imposte sia nazionali che locali. Misure pre­se anche in occasione del sisma del 1990 in Sicilia, del 1997 in Umbria e nel 2002 in Moli­se. Si lavora inoltre al congelamento dei mu­tui e dei crediti. Sacconi ha ribadito: «Valute­remo i modi attraverso cui posporre le rate dei mutui, la popolazione dell’Abruzzo non deve avere l’assillo delle scadenze, comprese quel­le dei versamenti contributivi». Quanto alle scuole, il ministero della Pubblica istruzione renderà disponibili 110 milioni per la rico­struzione e la riorganizzazione di tutte le scuo­le colpite. All’ordine del giorno del Consiglio dei mini­stri, ironia della sorte, avrebbe dovuto esserci il piano casa. Questo slitterà, per approfondi­re la discussione e inserire nuove misure alla luce di quanto accaduto in Abruzzo, su sicu­rezza e regole antisismiche. In Consiglio dei ministri, oggi, c’è il piano di emergenza per sostenere chi la casa, purtroppo, l’ha persa.
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