domenica 17 settembre 2023
Blitz sull'isola della presidente della Commissione: piano in 10 punti su lotta ai trafficanti e sostegno delle agenzie Ue. Promesse sui corridoi legali. Meloni: tutele a donne e minori, se under 14
L'arrivo all'hospot

L'arrivo all'hospot - Reuters

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Una visita lampo della presidente della Commissione europea che conferma la sua disponibilità a collaborare con l'Italia - Ursula von der Leyen lo dice in italiano alla fine della conferenza stampa - ma senza novità concrete e rilevanti nelle politiche dell'Unione che in questi anni non hanno mai inciso sui flussi irregolari. La premier Giorgia Meloni incassa un successo politico e rivendica come un successo il recente memorandum Tunisia, il paese da cui in questi giorni è arrivata però la gran parte delle barche, e il giro di vita con nuovi centri di detenzione amministrativa per gli irregolari da far realizzare alla Difesa, e il prolungamento del fermo a un anno e mezzo. Assicurando allo stesso tempo che i percorsi saranno diversificati tra migranti maschi e donne e ragazzi "sotto i 14 anni". Una novità assoluta, vista che la legislazione non distingue all'interno della categoria dei minorenni.

L'areo con le due leader atterra poco prima delle 10 sull'isola italiana più a sud di Tunisi. Con loro c'è anche la commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson. Ad accoglierli è il presidente della regione Sicilia Renato Schifani, assieme al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. All'hotspot - dove stanotte sono arrivati altri 160 migranti e altri sono previsti - le autorità ricevono come omaggio simbolico le magliette rosse della Cri che gestisce la struttura. A consegnarle è la vicepresidente della Croce Rossa Italiana Debora Diodati. Il gruppo entra nell'hotspot, sottoposto a pulizie straordinarie per gli ospiti di riguardo. I migranti restano dietro le transenne, una decina di minuti e poi il corteo di auto blu riparte alla volta del Molo Favaloro. E c'è un fuoriprogramma: qualche decina di cittadini ferma il convoglio, con un altoparlante chiedono un colloquio se no non se ne andranno. La premier e la presidente scendono: "Sto facendo il possibile, io come al solito ci metto la faccia", dice Giorgia Meloni. Si riparte, visita in porto al "cimitero dei barchini" attraccati. Poi all'aeroporto per l'incontro con la stampa. Von Der Leyen ha ritardato la sua partenza per New York per rispondere all'invito della presidente del consiglio italiana.

La consegna delle magliette della Croce Rossa

La consegna delle magliette della Croce Rossa - CRI

"Non considero questa visita un gesto di solidarietà verso l'Italia - esordisce von der Leyen - ma un atto di responsabilità dell'Europa verso se stessa, perché questi sono anche i confini dell'Europa". La presidente della Commissione elenca il piano in 10 punti incardinato soprattutto sul supporto di Frontex e delle altre strutture europee per rimpatri, pattugliamenti e lotta ai trafficanti, sul rafforzamento della sorveglianza in mare e l'ipotesi di nuove missioni. Unica novità di rilievo, la promessa della creazione di corridoi umanitari per creare alternative agli arrivi illegali. Impegno non del tutto inedito, che attende la prova dei fatti.

In dettaglio il piano Ue prevede: uno, il supporto all'Italia attraverso Frontex, l'Agenzia per l'asilo e altri soggetti, per affrontare la crisi registrando e identificando i migranti in arrivo sull'isola; due, intensificazione degli sforzi dell'Ue per il trasferimento dei migranti da Lampedusa verso altre destinazioni, sollecitando i Paesi membri ad attivare il meccanismo di solidarietà per accoglierli (ma sempre su base volontaria); tre, il supporto delle strutture di Frontex per i rimpatri e intensificazione, a questo scopo, dei rapporti con i Paesi di origine (visto che gli accordi di rimpatrio sono ben pochi); quattro, l'aumento delle azioni per la lotta contro i trafficanti anche attraverso un rafforzamento della normativa e una maggiore collaborazione con i Paesi di origine e transito.

Al quinto punto c'è l'intensificazione della sorveglianza aerea e navale attraverso Frontex, ma anche valutando la possibilità, come chiesto dall'Italia, di nuove missioni navali tipo Sophia; sei, azioni contro la logistica dei trafficanti, col sequestro e la distruzione delle imbarcazioni utilizzate per il traffico di esseri umani; sette, affiancare il personale dell'Agenzia Ue per l'asilo alle autorità italiane al fine di accelerare l'esame delle domande presentate dai migranti, respingendo quelle prive di fondamento e rispedendo nei Paesi di origine coloro che le hanno presentate (se il paese di origine collabora); otto, offrire alternative valide alle rotte illegali attraverso il rafforzamento dei corridoi umanitari, "la misura più efficace - ha sottolineato von der Leyen - per contrastare le bugie dei trafficanti e spezzare il circolo vizioso"; nove, rafforzare la collaborazione con le agenzie Onu (Unhcr e Oim) per garantire sempre la protezione dei migranti anche durante i ritorni assistiti; decimo e ultimo punto, arrivare al più presto con la Tunisia, nell'ambito dell'attuazione del memorandum d'intesa sottoscritto a luglio, alla definizione di nuovi progetti per la lotta ai traffici illegali di migranti e arrivare così allo sblocco dei fondi messi a disposizione dall'Ue. "Dobbiamo decidere noi - dice la presidente vion der Leyen - chi entra in Europa e in base a quali circostanze, non di certo i trafficanti". Parole che piacciono molto al partito di Giorgia Meloni: "Una grandissima vittoria del governo - dicono fonti di FdI - che ha portato la presidente Ue a sposare la linea italiana. Quelle parole che ha usato sono un'espressione da sempre tipica di Giorgia Meloni".

La visita al 'cimitero dei barchini'

La visita al "cimitero dei barchini" - Reuters

Sia von der Leyen che Meloni ribadiscono ammirazione per la solidarietà dimostrata dai lampedusani - in questi giorni come da sempre - verso i migranti. La presidente della Commissione ripete che deve essere chiaro che "gli arrivi illegali comportano il rinvio n patria, quelli regolari l'asilo". Come è chiaro che gli arrivi irregolari sono alimentate dalla sostanziale assenza, nei fatti, di vie di ingresso legale. A chi chiede a Giorgia Meloni del "blocco navale" spesso evocato prima di arrivare al Governo, la premier risponde così: "Ripeto quello che ho sempre detto. Dobbiamo aiutare le autorità nordafricane a controllare l'immigrazione irregolare. In passato sono state fatte delle missioni navali europee che hanno avuto il limite di rappresentare più un elemento di spinta per flussi migratori piuttosto che di blocco. Però io credo che occorra ripartire dalla seconda e terza parte della missione Sophia, che non fu mai realizzata perché nella prima parte si rivelò una sorta di pull factor. Quello, secondo me è il tratto dal quale bisognerebbe partire".

La premier ribadisce il giro di vite domani in consiglio dei ministri: nuovi centri di raccolta dei migranti irregolari affidati alla Difesa e permanenza portata a 18 mesi "che riguarda i meno fragili, non le donne e i minori di 14 anni". Finora la legge Zampa ha assicurato la protezione umanitaria immediata e percorsi di accoglienza mirati a tutti i minori di 18 anni. Giorgia Meloni già nei giorni scorsi aveva parlato del "problema dei falsi minorenni". Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children, ricorda che "tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti di età inferiore ai 18 anni sono minorenni per la convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, per la Costituzione italiana e per il diritto interno, e come tali devono essere trattati, anche e soprattutto riguardo a ogni provvedimento restrittivo della libertà"-


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