venerdì 18 marzo 2011
Diversi cittadini hanno ostacolato al molo Favaloro l'attracco della motovedetta CP290 della Guardia costiera che ha soccorso 116 migranti, tra i quali alcuni malati e minori. Si tratta dei migranti partiti su uno dei 13 barconi salpati questa mattina dalla Tunisia e diretti verso l'isola.
- Italia-Usa: intesa sugli immigrati
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Tensione al porto di Lampedusa: diversi cittadini hanno ostacolato al molo Favaloro l'attracco della motovedetta CP290 della Guardia costiera che ha soccorso 116 migranti, tra i quali alcuni malati e minori. La motovedetta ha poi attraccato all'ormeggio sotto l'hotel "La Perla" dopo aver stazionato in rada per oltre un'ora. Si tratta dei migranti partiti su uno dei 13 barconi salpati questa mattina dalla Tunisia e diretti verso l'isola. La ripresa degli sbarchi ha reso più tesi gli animi della popolazione lampedusana: un gruppo di abitanti dell'isola ha occupato i locali dell'area marina protetta gestita da Legambiente, dove in giornata sarebbero dovuti essere trasferiti 200 tunisini, per alleggerire il centro di accoglienza che al momento ospita quasi 3mila persone, a fronte di una capienza di circa 900. La decisione di occupare è stata assunta al termine di una riunione del Comitato giovanile, dell'associazione Askavusa e di albergatori e pescatori, che si oppongono al montaggio di due tendopoli da 500 posti l'una per alloggiare i migranti. In questa scelta del governo i lampedusani vedono l'intenzione di trasformare l'isola in un ghetto con ripercussioni negative non solo sulla stagione turistica, ma sulla stessa vivibilità di Lampedusa, che non dispone di risorse idriche e agricole sufficienti al suo fabbisogno. Oltre all'occupazione della riserva naturale, l'assemblea degli isolani ha stabilito di attuare altre forme di protesta nelle prossime ore anche sui moli del porto dove giungono i tunisini. Il sindaco di Lampedusa aveva, da parte sua, lanciato l'allarme sulla possibilità di «disordini gravi» sull'isola, connessi all'arrivo dei migranti. Sulla vicenda è intervenuto oggi anche l'arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro: «Chiedo con forza la salvaguardia della dignità di ciascuno, cittadini e migranti, il rispetto dei diritti per le popolazioni di Lampedusa e Linosa, che soffrono a causa della carenza cronica di sanità, trasporti e istruzione». A MINEO ARRIVANO I PRIMI 200 RIFUGIATITra qualche polemica, cresciuta di tono nelle ultime ore, e la definizione degli ultimi aspetti tecnico-organizzativi, inizieranno ad arrivare questa mattina i primi migranti richiedenti asilo, non più di 200, nel nuovo centro "Villaggio della solidarietà" di Mineo (Catania). La priorità verrà data ai rifugiati ospitati nei Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) siciliani.Il Villaggio, noto anche come "residence degli Aranci", anni fa era stato abitato dai militari statunitensi di stanza nella base di Sigonella ed è stato allestito per ospitare fino a 2000 persone. «Abbiamo accelerato le operazioni di apertura del Villaggio di Mineo», ha ribadito ancora ieri il commissario straordinario per l’immigrazione e prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, parlando di un «ingresso graduale».Poche ore dopo le parole del prefetto, subito confermate dal presidente della Provincia etnea, Giuseppe Castiglione, sono arrivate le dichiarazioni del vice sindaco di Mineo, Maurizio Siragusa: «Non ne sappiamo nulla. Siamo all’oscuro di tutto. Abbiamo saputo di una riunione operativa convocata a Palermo dal prefetto Caruso ma come amministrazione comunale non siamo stati informati. Attendiamo di capire, se il prefetto vorrà informarci, tempi e modalità degli arrivi – ha aggiunto l’amministratore – e ci aspettiamo che venga coinvolto il territorio. Vorremmo che gli organi che stanno gestendo la cosa si mettessero in contatto con le autorità del territorio. Lo abbiamo sempre ribadito ma ci pare che da questo punto di vista non ci sentano. Comunque aspettiamo e siamo fiduciosi, magari ce lo faranno sapere oggi».Al centro delle attenzioni del Comune di Mineo ci sono il "Patto per la sicurezza" e il coinvolgimento negli aspetti gestionali, dei servizi e dell’approvvigionamento del centro che, ha ribadito Siragusa, «come dissero il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Interno Roberto Maroni durante la loro visita a Mineo, dovrebbero essere riservati al territorio». Nessuna manifestazione è in programma per oggi, ha annunciato Siragusa smentendo voci circolate anche ieri, «ma faremo il nostro ruolo che è quello di vigilare affinché non succeda nulla nel nostro territorio e ci auguriamo che tutto vada come il ministero ha previsto».Al vice sindaco di Mineo ha fatto eco il sindaco della vicina Caltagirone, Francesco Pignataro che ha anche rincarato la dose: «Ribadiamo la nostra contrarietà a questa iniziativa. Non è così che si costruisce l’integrazione, così si realizzano le condizioni di "riserva indiana"». «Dato che il Governo ha deciso di andare avanti – ha continuato Pignataro – l’augurio è che sia data alle autorità locali la possibilità di accesso alla struttura per vigilare sulle condizioni in cui si troveranno gli immigrati e che sia data ai tanti piccoli operatori economici della zona la possibilità di essere presi in considerazione le piccole opportunità che possono aprirsi nell’ambito della ospitalità da dare alle forze di polizia». Vito Salinaro
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