giovedì 31 agosto 2023
Il capo dello Stato incontra la Tavola valdese in ricordo di Altiero Spinelli a 80 anni dal manifesto di Ventotene. Le citazioni di De Gasperi e don Mazzolari
Mattarella: «Preparare la pace, ambizione della Ue»

ANSA

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«L'unità europea è un'impresa in salita», ma l’Europa senza «l'ambizione di completare uno storico percorso di innegabile successo non avrebbe ragione di esistere», dice Sergio Mattarella. L'ambizione, in tempi di guerra, «di conseguire presto la pace per un ordine internazionale rispettoso delle persone e dei popoli». E, in tempi di pace, «di preparare la pace, il suo consolidamento per la giustizia tra le nazioni e i popoli». E, rimarca, «spesso la drammatica sofferenza delle guerre ha spinto verso nuovi equilibri e ordini internazionali».

Il presidente della Repubblica è a Torre Pellice, nelle valli valdesi alle porte di Torino, per un evento organizzato dal Comune e dalla comunità valdese in memoria di Altiero Spinelli, ricorrendo gli 80 anni della prima conferenza pubblica dedicata al manifesto federalista europeo, che ebbe in Spinelli uno dei protagonisti. Un evento segnato dall’incidente ferroviario di Torino, cominciato con un minuto di silenzio per la morte dei cinque operai.

La Ue per Mattarella rappresenta un «cantiere permanente» verso una «unione sempre più stretta. Guardiamo per un momento alle crisi attraversate o in corso: la pandemia, la crisi finanziaria, la guerra. Si ritiene possibile affrontarle fuori dall'Unione Europea o con una Unione debole?», si chiede. Poi, rivolgendosi alla comunità valdese, ribadisce che non vi può essere «piena libertà civile e politica senza libertà religiosa», in applicazione di quel «principio fondamentale per il quale insidiare la libertà di uno dei componenti della società equivale a mettere in discussione la libertà di tutti».

A Spinelli, con il manifesto di Ventotene "Per un'Europa libera e unita", «dobbiamo quello che, severamente, definì non un sogno ma "un invito a operare"», ricorda ancora il capo dello Stato. Definisce l'8 settembre 1943 «l'ora del riscatto» in cui «militari italiani si batterono, a Porta San Paolo, a Roma, così come nelle isole del Mediterraneo, nei Balcani, pagando a caro prezzo la loro fedeltà alla Patria. Dei cittadini che avevano da tempo abbandonato ogni fiducia nei confronti degli stentorei e vacui proclami della dittatura di Mussolini. Si fece strada, nel Paese, la coscienza di un nuovo inizio», rimarca Mattarella, che era stato accolto dal sindaco di Torre Pellice, Marco Cogno, dal sindaco della Città metropolitana di Torino, Stefano Lo Russo, e dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Ricorda ancora la lotta di Liberazione, la nascita della Repubblica, il varo della Costituzione e il voto «finalmente riconosciuto» alle donne. «Dopo la contraffazione operata dal fascismo» è scaturita una rinnovata «capacità di costruire il futuro del nostro popolo, di una comunità responsabile, espressione autentica dei valori dei cittadini del nostro Paese».

Cita poi Alcide De Gasperi, «ritenuto, a ragione, uno di Padri fondatori oltre che della nostra Repubblica anche del processo di integrazione europea», il quale, «di fronte alle lentezze dell'uomo», da trentino «forte della sua esperienza di uomo di frontiera, osservava che "la principale virtù della democrazia è la pazienza. Bisogna attendere alle cose con tenacia e vigilanza, con la coscienza che le cose debbano sempre maturarsi"».

E oggi l’«invito a operare» di Spinelli diventa «un dovere», anche in relazione alla guerra «portata dalla Federazione Russa. Una sfida di fronte alla quale si trovano oggi i popoli d'Europa». Una sfida in cui è impegnata anche l’Italia alla luce della nostra Costituzione, che, ricorda, tornando sul tema della pace, «agli art. 10 e, soprattutto, 11, impegna l'Italia a promuovere e favorire le organizzazioni internazionali rivolte ad assicurare pace e giustizia fra le Nazioni. La pretesa che siano le guerre a disegnare gli equilibri corrisponde alla logica del prevalere del più forte sul più debole. La logica che ha regalato le nefandezze del Novecento. Per uscire dalle quali sono state necessarie tenacia e risolutezza».

La visita di Mattarella ha avuto prima tappa in via Repubblica con la scopertura di una targa in ricordo del padre fondatore dell'Unione europea, poi Teatro del Forte, si è tenuto un convegno incentrato sulla figura di Spinelli nel quale sono intervenuti il sindaco Cogno, lo storico Alfonso Giordano e l'ex ministro e deputato Valdo Spini, figlio dello storico valdese Giorgio Spini. Presente anche il capogruppo al Senato di Fdi Lucio Malan, fedele valdese.

In seguito il capo dello Stato ha partecipato a un incontro presso la Casa Valdese, una comunità di 35mila fedeli, e ha visitato il contiguo Museo. La nostra Costituzione, ha ricordato ancora Mattarella, «riconosce e valorizza le peculiarità di persone e comunità, quelle che - come ricordava l'insigne teologo valdese Giovanni Miegge – “il fascismo combatteva sistematicamente”. Si tratta dell'applicazione di quel principio fondamentale per il quale insidiare la libertà di uno dei componenti della società equivale a mettere in discussione la libertà di tutti». Parlando alla Tavola Valdese il capo dello Stato ricorda gli 80 anni dal Sinodo «che rappresentò una riflessione alta nel modo di porsi della vostra Chiesa e delle religioni nei confronti dello Stato». In quei giorni seguiti all’armistizio molti fra i presenti «scelsero la strada della lotta per la libertà, unendosi alla Resistenza», sottolinea. «Da quel Sinodo emerse la orgogliosa affermazione per cui la Chiesa valdese fondata sui principi dell'Evangelo, si regge da sé in modo indipendente, nell'osservanza della sua confessione di fede e del suo ordinamento senza pretendere alcuna condizione di privilegio nell'ordine temporale, né consentire nel proprio ordine ad ingerenze o restrizioni da parte della società civile». Mattarella cita, infine, don Primo Mazzolari, «antesignano delle tesi che saranno fatte proprie dal Concilio Vaticano II della Chiesa cattolica – lo definisce – che amava ricordare che “la libertà è l'aria della religione"».

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