mercoledì 15 giugno 2022
L'allestimento racconta quasi 80 anni di vita dell'associazione dei lavoratori cristiani. Immagini e documenti sono però anche uno sguardo verso il futuro
Un'immagine della mostra allestita nella sede nazionale delle Acli a Roma

Un'immagine della mostra allestita nella sede nazionale delle Acli a Roma - Francesco Sellari

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«Mettere in dialogo il passato con il presente per proiettarci nel futuro»: secondo il curatore Alberto Scarpitti, è questo il senso della mostra permanente “La voce delle immagini. Acli tra storia e futuro”, inaugurata nei giorni scorsi nella sede nazionale delle Acli a Roma, in occasione della Giornata internazionale degli archivi. In quasi 80 anni di vita, dal 1944 a oggi, nei fondi dell’Archivio storico Acli – dichiarato nel 1989 «di notevole interesse storico» dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio – è stato custodito un patrimonio culturale in 1.192 faldoni contenenti in oltre 7 mila buste la documentazione prodotta dagli organi nazionali, oltre a tutti i periodici e le riviste pubblicati dalle Acli: fra questi, “Azione Sociale”, che ha cessato le pubblicazioni nel 2012 e le aveva avviate nel 1949; “Formazione e lavoro” è uscita per 50 anni, dal ’63 al 2013, mentre ha superato questo traguardo “Acli oggi”, edita dal ’64 al 2016. Più di 9 mila articoli sono stati digitalizzati nel catalogo online (acli.infoteca.it), catalogati online 13.500 volumi conservati nella biblioteca. Il patrimonio della memoria comprende anche un archivio fotografico di 12 mila foto e materiali digitali, fra i quali oltre 600 tra Cd-Rom e Dvd che contengono filmati, interviste, fotografie relative a congressi, convegni, seminari, iniziative che le Acli hanno organizzato a partire dagli anni Novanta.

L’esposizione «non è sola storia, guarda al futuro, ai valori che le Acli hanno sempre avuto. In questi scatti abbiamo voluto rappresentare tutti, perché è nel nostro dna dare voce e spazio a tutti», ha sottolineato il presidente Emiliano Manfredonia, annunciando: «Questo è un inizio, il nostro obiettivo è quello di valorizzare ancora di più l’archivio storico delle Acli». Per Erica Mastrociani, responsabile Ufficio studio e cultura delle Acli e curatrice dell’allestimento, «raccontare la vita della nostra organizzazione significa raccontare le storie delle persone e la loro quotidianità: questi sono i volti della bellezza, della dignità e della speranza. Le Acli sono nate per ridare dignità alla vita dopo la vergogna della guerra; la nostra è una indignazione sana, che ci porta all’impegno sociale». E Christian Uva, professore presso il Dipartimento di filosofia, comunicazione e spettacolo dell’Università Roma Tre, ha ricordato che le Acli «da sempre si fanno carico di una responsabilità: quella di contribuire a promuovere una maturazione civile e morale della società. Questa delle Acli è una bella storia italiana».

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