lunedì 26 novembre 2018
Sette anni di lavoro, sette mesi di viaggio nello spazio e sette minuti di angoscia, quanti ne sono serviti affinché un segnale arrivasse alla Terra, per comunicare: «Tutto ok».
Una delle prime immagini di Marte inviate dalla sonda InSight (Ansa)

Una delle prime immagini di Marte inviate dalla sonda InSight (Ansa)

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Sette anni di lavoro, sette mesi di viaggio nello spazio e sette minuti di angoscia, quanti ne sono serviti affinché un segnale da Marte arrivasse alla Terra, per comunicare: «Tutto ok». Si riassume così la storia della sonda InSight che questa sera alle 20,53 è atterrata - con una manovra molto rischiosa - sulla superficie di Marte, iniziando subito a inviare foto alla base della Nasa in California.

La missione da quasi un miliardo di dollari è alla sua ora della verità.

La sonda esplorerà le profondità del pianeta per capire come si sono formati i pianeti rocciosi, incluse la Terra e la sua Luna. Fra i suoi strumenti ci sono un sismometro per rilevare i terremoti marziani e una sonda per monitorare il flusso di calore proveniente dall’interno del pianeta. Un dato quest’ultimo importantissimo per capire la possibilità di “ vita” del pianeta. E nel progetto c’è anche un significativo contributo dell’Italia: uno dei sensori fondamentali per la guida della missione è stato realizzato da Leonardo a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze. È in grado di calcolare l'orientamento di InSight ogni decimo di secondo.

Ma non c’è solo la missione InSight: altre due sonde a breve dovrebbero arrivare dalla Terra al pianeta rosso. Sono la sonda europea ExoMars 2020 e la sonda statunitense Mars 2020. A bordo della missione europea ci sarà un rover che avrà, tra le altre cose, il compito di trapanare il suolo marziano fino ad una profondità di 2 metri. L’obiettivo sarà possibile grazie alla sofisticatissima trivella italiana realizzata da Leonardo e che andrà alla ricerca di tracce di vita passata o presente. Il progetto europeo ExoMars sia nella missione 2016 sia in quella del 2020 vede sempre l’Italia in prima linea e alla guida del programma con un contributo del nostro Paese è pari al 33% dell’intero progetto.

La missione americana Mars 2020 invece sarà composta da un rover simile a Curiosity, il robot della Nasa arrivato su Marte nel 2012. Il rover che tra circa 2 anni andrà su Marte sarà leggermente più piccolo e con migliorie tecnologiche grazie proprio all’esperienza marziana maturata dal suo predecessore Curiosity. Rimangono sullo sfondo tuttavia le missioni umane su Marte, sia quelle finanziate della agenzie spaziali che da privati. Per esempio il magnate Elon Musk punta sempre ad andare su pianeta rosso nonostante i grossi rischi: dal viaggio d’andata, dall’incertezza sul ritorno, alle condizioni ambientali ostili che espongono i “colonizzatori” al pericolo concreto di morte.

Infatti, in un’intervista sul canale americano Hbo, il fondatore della compagnia aerospaziale Space X ha ribadito che i viaggi su Marte saranno possibili entro sette anni, a un costo, per il viaggiatore, di «circa 200mila dollari». Musk, che stima nel 70% le probabilità di partire egli stesso per Marte, non ha nascosto le difficoltà del viaggio: «La probabilità di morire su Marte è molto più alta che sulla Terra», ha osservato. Una volta raggiunto il Pianeta Rosso occorrerà lavorare «senza sosta per costruire la base», in un «ambiente molto ostile. Ci sono buone possibilità di morire lì. Pensiamo di poter tornare indietro, ma non ne siamo sicuri». Per questo, ha concluso, non si tratta di «una via di fuga per ricchi».

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