domenica 25 agosto 2019
Uno dei nodi più delicati da sciogliere nelle trattative per una maggioranza alternativa riguarda il Terzo Settore, il mondo delle imprese sociali, del volontariato e dell’associazionismo
Foto Ansa

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Uno dei nodi più delicati da sciogliere nelle trattative per una maggioranza alternativa riguarda il Terzo Settore, il mondo delle imprese sociali, del volontariato e dell’associazionismo. Per il non profit la stagione del governo giallo-verde è stata caratterizzata da attacchi ripetuti quanto strumentali rivolti non solo verso diversi ambiti del mondo della solidarietà e dell’accoglienza, ma alla natura stessa di un soggetto 'terzo' rispetto a Stato e Mercato, espressione del principio di sussidiarietà.

La messa sotto accusa delle Organizzazioni non governative (Ong) impegnate nel Mediterraneo al soccorso ai migranti e la crimininalizzazione delle persone coinvolte nelle diverse operazioni ha in più occasioni travalicato i confini di una possibile strategia di controllo dei confini. L’obiettivo: spingere l’opinione pubblica a guardare con sospetto chiunque aiuti una persona in stato di necessità, soprattutto se straniera. Operazione analoga nei confronti del mondo della cooperazione sociale, attaccato per le realtà impegnate nella gestione dei centri di accoglienza.

In un mondo vastissimo e articolato, nel quale come in ogni ambito di impresa possono emergere elementi di criticità, la retorica anti- sociale non ha mai fatto distinzioni tra realtà seriamente impegnate nell’inserimento dei migranti – la stragrande maggioranza – rispetto a casi isolati e immediatamente identificati di mala gestione. Così per le 'case famiglia', le strutture non profit che accolgono minorenni, disabili o persone in difficoltà in un clima relazionale e sociale ben diverso rispetto ai vecchi 'istituti' di cura. Il caso degli affidi nel comune emiliano di Bibbiano, che ha portato alla luce distorsioni nelle procedure, e oggetto di un’inchiesta della magistratura, è così diventato funzionale all’attacco verso tutte le realtà che funzionano e svolgono un’opera meritoria. L’economista Stefano Zamagni, figura di riferimento per il Terzo Settore, ha parlato non a caso di «aporofobia»: «È una parola greca – aveva dichiarato ad 'Avvenire' – vuol dire disprezzo del povero.

Non si era mai visto un conflitto del genere, si tratta di una novità ignota alle epoche precedenti ». L’attacco 'culturale' alla sussidiarietà – derivazione di un approccio statalista che ha visto convergere le forze sovraniste e populiste – si è manifestato anche con la lentezza nell’approvazione dei decreti attuativi della Riforma del Terzo Settore che, avviata nel 2016, a oggi non ha compiuto nemmeno metà del cammino. Ad attendere sono il Codice del Terzo Settore, il Servizio Civile universale, la Riforma dell’Impresa sociale e il 5xmille. Ricostruire è davvero necessario.

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