mercoledì 14 luglio 2021
L'intervento dei giudici su un caso di malasanità apre un nuovo scenario. La sentenza che cambia il "dopo di noi"
L’Asl risarcirà la famiglia di un bimbo che ha riportato danni permanenti
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È una sentenza destinata a lasciare il segno nella giurisprudenza con particolare riguardo per la cosiddetta legge sul 'Dopo di noi'. Una pronuncia di 40 pagine emessa nei giorni scorsi dal tribunale civile di Pesaro che condanna l’Azienda ospedaliera Marche Nord non solo a risarcire i danni per malasanità causati a un neonato, ma anche a garantirgli una rendita vitalizia mensile per le future spese di assistenza materiale e specialistica, comprese le prestazioni pensionistiche.

«Rispetto ad altri pronunciamenti simili – precisa l’avvocato Christian Boccioletti, legale della famiglia del minore – questa sentenza fa un balzo in avanti perché riconosce il diritto al benessere e all’inclusione sociale di chi, ancora bambino, dovrà affrontare l’età adulta anche in maniera indipendente dalla famiglia, favorendo la sua autonomia e facendo prevalere il valore fondamentale della persona nella sua dignità di essere umano».


Il Tribunale di Pesaro: è necessario garantire anche una rendita mensile per future spese di assistenza. Il legale: riconosciuti i diritti di chi dovrà affrontare l’età adulta in modo indipendente

La lunga battaglia giudiziaria inizia oltre 6 anni fa, anche se i fatti risalgono al 2012, quando Emanuele (nome di fantasia) viene alla luce alla trentunesima settimana di gravidanza all’ospedale San Salvatore di Pesaro. Nonostante la struttura non sia idonea al ricovero di neonati prematuri, Emanuele viene trattenuto per circa un mese e dimesso con danni permanenti, senza fornire alcuna spiegazione alla famiglia. Solo successivamente, e grazie alla determinazione dei genitori, si arriverà finalmente alla diagnosi che consentirà di avviare l’iter legale. «A causa di un’inadeguata ventilazione – spiega l’avvocato – i medici procurarono a Emanuele una ipocapnia (eccesso di ossigenazione del cervello ndr) con conseguenti gravissime lesioni che gli provocarono paralisi agli arti, cecità, epilessia e leucomalacia periventricolare ».

Danni permanenti che ora l’azienda ospedaliera dovrà risarcire con effetto immediato. Sulla vicenda interviene anche Massimo Domenicucci, presidente di Piattaforma Solidale, onlus pesarese molto vicina alla famiglia di Emanuele: «Risarcimenti di questo tipo sono fortemente osteggiati dalle compagnie assicurative, soprattutto quando riguardano vitalizi a bambini che, nonostante la malattia, hanno una lunga aspettativa di vita. Ecco perché questo pronunciamento crea un importante precedente sulla strada della difesa del diritto alla vita e alle cure, mentre altri Paesi europei scelgono la via dell’eutanasia anche per i minori. Grazie a Emanuele oggi possiamo dire che viene affermato per sentenza il diritto a una vita inclusiva, e non solo per la persona disabile ma per l’intero nucleo familiare altrimenti costretto alla solitudine e all’emarginazione».

Ora l’azienda ospedaliera potrebbe impugnare la sentenza, «ma se necessario proseguiremo la battaglia fino all’ultimo grado di giudizio – dice l’avvocato Boccioletti – anche a beneficio di tante altre famiglie, che grazie a questa sentenza avranno a disposizione una sorta di 'longa manus' per proteggere i figli anche dopo la morte dei genitori».

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