venerdì 29 gennaio 2021
La telefonata a Renzi rivela le difficoltà del premier, appeso ormai a una flebile chance. La via del mandato esplorativo, le insidie dentro M5s e il "non detto" del Pd
Le consultazioni al Quirinale.

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Le consultazioni entrate nel vivo diradano ben poco le nebbie che avvolgono questa crisi di governo. Il fatto nuovo della telefonata in "zona Cesarini" di Conte a Renzi, giunta esattamente 50 giorni dopo le prime avvisaglie di malessere, se da un lato denota l’estrema difficoltà di un premier stretto alle corde (vistosi obbligato dall’assoluta mancanza di nuovi sostegni a fare un gesto che poteva fare ore e giorni prima), dall’altro gli potrebbe dischiudere una estrema chance, per quanto flebilissima. Non ora però, ha posto perentoriamente come condizione il leader di Iv, accennando a un mandato esplorativo prima (con l’ipotesi Fico non gradita però da M5s, per le divisioni interne).

Non era ieri, del resto, il giorno in cui attendersi decisioni finali. Si è ancora nella fase dei 'posizionamenti' tattici. Renzi ha sempre come obiettivo quello di liquidare il presidente dimissionario, ritenuto 'non idoneo' a gestire il Piano di rilancio coi fondi Ue. E per questo 'tenta' il Pd con la proposta di un premier dem: un tentativo che trova terreno fertile perché dietro le quinte - anche se nessuno lo ammette in chiaro -, al di là della linea ufficiale dell’'avanti con Conte' sbandierata da Zingaretti, è condiviso da molti dem, se solo l’avvocato dovesse sgombrare la scena.

Si segnala però un altro elemento: l’accenno esplicito fatto da Renzi, se non ci si accordasse su un governo politico, a uno «istituzionale», dietro il quale si può scorgere in filigrana un tentativo di larghe intese, anche con parte delle opposizioni. D’altronde, l’esistenza di possibili larghe intese è stata disvelata dal venir meno dell’unica arma (ora spuntata) agitata da Conte per animare il 'suk' dei «volenterosi»: il rischio di elezioni. Il forzista Vitali ha candidamente detto che Berlusconi le ha escluse. E Renzi ha ribaltato il tavolo, dicendo che prima dei nomi si deve discutere del progetto di maggioranza, se con o senza Iv. Passando così la patata bollente ai grillini, chiamati ora a dire se intendono o no riannodare i fili con Iv.

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