giovedì 25 giugno 2009
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I vertici di Viale Mazzini provano a sminare il terreno dallo scontro sul gossip politico oscurato dal Tg1. Il consiglio di amministrazione della Rai ha dato mandato al diret­tore generale Mauro Masi di richia­mare tutti i direttori di testata (lo farà con ognuno telefonando personal­mente) al rispetto del pluralismo e della completezza dell’informazio­ne, che «fa parte dei loro doveri nei confronti dell’azienda». Sulla grati­cola era e resta il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, costretto a un ve­ro e proprio battesimo del fuoco. Ma la maggioranza fa muro in com­mossione di Vigilanza, il presidente Sergio Zavoli fa sapere che Minzoli­ni sarà ascoltato solo a completa­mento delle nuove nomine: tempi più lunghi, quindi e soprattutto nes­suna 'gogna': verrà sentito nell’am­bito delle audizioni di tutti i neo di­rettori. In questo clima, infatti, su­bisce un nuovo stop il completa­mento delle nuove direzioni: slitta­no ancora le nomine dei direttori di Tg2 e Raisport. Tutto rimandato al Cda del 9 luglio per definire con tut­ta probabilità un pacchetto molto più consistente, che dovrebbe in­cludere anche Raidue, la radio e for­se anche Raitre e Tg3. Per Minzolini, quindi, l’audizione slitta di altri 15 giorni. Tutto il tempo per tentare di far sbollire la tempesta. Masi, ieri, pur condividendo le preoccupazio­ni espresse dal presidente della Rai Paolo Galimberti, avrebbe difeso Minzolini, sottolineandone il recen­tissimo insediamento e dando cre­dito al progetto di tg moderno av­viato. Ma il caso resta di difficile definizio­ne, dopo che lo stesso Minzolini, in un intervento video lunedì sera, a­veva tenuto il punto, anche dopo il colloquio con Galimberti. E ora se la nota – secca ed 'ecumenica' – del Cda voleva giovare almeno a smor­zare i toni, a ricordare che la que­stione non si chiude certo così arri­va una nuova, dura, nota del vice­presidente e del segretario della Vi­gilanza, Giorgio Merlo ed Enzo Car­ra, entrambi di area Pd. I quali affer­mano che «il caso Tg1 non è stato ar­chiviato, ne si può fare di tutta l’er­ba un fascio. Affronteremo il tema dell’informazione e del pluralismo nel servizio pubblico a cominciare dal Tg1 – avvertono – appena dopo le nomine da parte del Cda. Nomi­ne che – qui il messaggio è per Min­zolini – comunque non intralciano ne ritardano l’audizione con il Di­rettore del Tg1 in Vigilanza». Non si tratta di «interferire nelle vicende in­terne del Tg1» o di influire sulla sua « autonomia editoriale » . Ma, pro­mettono ancora battaglia: « Non è tollerabile che l’informazione del primo tg del servizio pubblico, pos­sa essere lontanamente sospettato di semplice prolungamento di un partito o uno schieramento».
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