giovedì 22 maggio 2014
Il caso di Porto Viro, nel Polesine: sindaco e amministratori devolveranno i compensi alle famiglie in difficoltà. I candidati: «Ci autofinanziamo, la gente chiede il cambiamento». (Annalisa Guglielmino)
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In tempi di crisi economica (e di fiducia nelle istituzioni), nel Polesine qualcuno prova a dare un segnale: una lista civica candidata alle elezioni comunali, «Porto Viro pulita», devolverà i futuri compensi amministrativi alle famiglie in difficoltà. Tra indennità di sindaco, vicesindaco, presidente del Consiglio comunale e assessori un gruzzolo di 150mila euro l’anno. Il compito di assegnarli, secondo le esigenze dei più poveri, andrebbe a un comitato, il cui tesoriere sarebbe indicato dalla diocesi. «È un modo per praticare l’equità sociale e risparmiare a favore della comunità», per il candidato sindaco, Alessia Tessarin.  Consulente aziendale per la qualità, 42 anni, guida un gruppo di giovani imprenditori, piccoli commercianti, artigiani e lavoratori dipendenti che vogliono dimostrare «che si può ancora fare della buona politica con senso civico, trasparenza e lealtà». Al vescovo di Chioggia, monsignor Adriano Tessarollo, hanno già fatto sapere che c’è «qualcosa di più forte» degli interessi personali a muovere i loro passi nell’agone politico e che il loro pensiero va «al bene della città e delle sue 6.500 famiglie che stanno affrontando con onore la crisi». Una scelta di campo controcorrente che fa rumore nella campagna elettorale del centro rodigino, che vede in lizza per la poltrona di primo cittadino 6 candidati (oltre a Tessarin, Maura Veronese, Doriano Mancin, Thomas Giacon, Sante Crepaldi e Antonino Tumiatti). Tessarin e i suoi stanno scendendo in piazza come se fosse ogni volta una festa. Non hanno un partito alle spalle e non sono un movimento. Hanno un gazebo per raccogliere domande e spiegare il programma, si autofinanziano, creano occasioni di dibattito e credono che sia possibile «mettersi in moto per risvegliare le coscienze». E vedere «risplendere» la loro cittadina affacciata sull’argine, avvelenata negli ultimi anni dalla battaglia sui rifiuti. «È la gente di Porto Viro che ci chiede il cambiamento», spiega Tessarin, che dopo gli studi di Economia e commercio alla Sapienza di Roma, è tornata sul Delta del Po per costruire la sua famiglia e una piccola azienda. «E io ci credo». Senza indennità.
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