mercoledì 15 giugno 2022
Istituto italiano di tecnologia e Inail stanno studiando i prototipi di tre esoscheletri indossabili per proteggere la schiena dalle malattie professionali croniche
L'esoscheletro indossabile in fase di sperimentazione

L'esoscheletro indossabile in fase di sperimentazione - Istituto Italiano di Tecnologia

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Sembrano dei normali giubbetti ma potrebbero rappresentare la svolta nella battaglia contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali croniche. E dei guerrieri dei cartoni animati giapponesi degli anni '80 hanno pure il nome, anche se sono prodotti italianissimi, frutto della ricerca di due eccellenze come l'Istituto italiano di tecnologia di Genova e l'Inail. XoTrunk, XoShoulder e XoElbow sono i nomi dei tre esoscheletri robotici indossabili sviluppati dal team di ricerca XoLab di Iit in collaborazione con il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell'Inail, per supportare la schiena e il tronco, fornire sostegno alle spalle e ai gomiti di chi lavora spostando pesanti carichi o tenendo sollevate le braccia per tanto tempo, per l'utilizzo di strumenti professionali. Tutte operazioni che, secondo gli ultimi dati Inail, gravano sul sistema muscolo scheletrico, che ha un'incidenza del 68% sul complesso delle patologie lavoro-correlate, percentuale in costante aumento negli ultimi cinque anni. Del totale di questi infortuni, circa il 41% interessa la colonna vertebrale.

Indossando questi speciali esoscheletri, l'operatore ha un beneficio in termini di minor affaticamento e, di conseguenza, diminuirà la probabilità di infortunarsi. XoTrunk, per esempio, è stato studiato per alleggerire il sollevamento ripetitivo di carichi fino a circa 20 chili, mentre XoShoulder aiuta a non affaticare le spalle. Un possibile impiego è quello dei meccanici che operano su automobili poste su piattaforme sopraelevate e, per lunghe ore, sono costretti a tenere sollevati pesanti strumenti oltre l'altezza delle spalle. XoElbow, infine, è pensato per assistere il lavoratore che solleva pesi vicino al corpo, come, per esempio, pneumatici durante la fase di montaggio su ponte sollevatore.

«In generale - si legge in una nota di Iit e Inail - tutti e tre i robot indossabili sono stati realizzati in plastica e leghe di alluminio, usate solitamente in ambito aerospaziale e progettati per i principali contesti industriali nei quali operatori e operatrici sono portati a sovraccaricare il sistema muscolo-scheletrico, come il manifatturiero, le riparazioni meccaniche, l’industria alimentare, la logistica, l’edilizia e l’agricoltura. I prototipi sono stati concepiti per venire incontro alle esigenze di lavoratori e delle lavoratrici adattandosi, grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale, al tipo di lavoro e alle modalità con le quali viene svolto. Un’altra caratteristica comune e fondamentale per questo tipo di dispositivi è la “trasparenza”. I robot, infatti, non devono intralciare o limitare la mobilità, ma entrare in funzione solo per i compiti più gravosi, supportando il sistema muscolo-scheletrico».

Per quanto riguarda l'ingresso sul mercato, al momento XoTrunk sta affrontando dettagliati test presso aziende partner selezionate per la sperimentazione sul campo, come l'officina meccanica di riparazione auto Novelli 1934 srl di Biauto Group di Genova. «Grazie anche a queste attività - annunciano Iit e Inail - si prevede la sua commercializzazione già nei prossimi mesi, attraverso un progetto di startup Iit (Proteso) al momento in fase di lancio, che si potrebbe occupare del trasferimento al mercato di questa tecnologia. XoElbow e XoShoulder, invece, inizieranno nei prossimi mesi le prime sperimentazioni in scenari reali e si prevede possano essere disponibili sul mercato tra qualche anno».

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