martedì 31 maggio 2022
Il Movimento adulti scout e il Movimento Laudato si' a confronto sul tema della scarsità di "oro blu". Costa: piantato un piccolo seme di consapevolezza. Badaloni: nel 2040 Italia sotto stress idrico
«Il mondo a rischio grande sete. L'acqua causerà guerre in futuro»

Imago Economia

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L’80% delle risorse idriche mondiali viene consumato dal 20% della popolazione. Il resto centellinato nel resto del mondo. L’acqua insomma sarà sempre più scarsa, tanto che l’Italia nel 2040 potrebbe avere una richiesta più alta dell’offerta. È stata così l’emergenza “oro blu” e la necessità di una maggiore cura del Creato il cuore dell’incontro “La grande sete”, organizzato ieri sera dal Movimento Adulti Scout alla presenza di Massimiliano Costa e Piero Badaloni che ha presentato il suo video proprio dedicato alla scarsità di acqua. L’evento online si inserisce all’interno dell’impegno portato avanti dal Movimento Laudato si’.

«Con la Laudato Si’ tutti noi stiamo prendendo coscienza dell’unione di fondo che accomuna tutto il Creato – ha ricordato Massimiliano Costa, il presidente del Masci - Lo scautismo, sia da adulti che da giovani, ci ha sempre richiamato a vivere la dimensione del Creato nella sua globalità, non come spettatori ma pienamente partecipi della natura». In questa settimana ma anche in questi ultimi anni, continua, «tutti noi abbiano piantato un piccolo seme di consapevolezza nella storia. Ecco il senso di questa serata».

Presentando la clip tratta dal documentario “La grande sete” lo scrittore Piero Badaloni ha poi evidenziato i pericoli geo-politici legati alla scarsità delle fonti idriche, in grado di scatenare vere e proprie guerre. Nel 2015 quando i 193 paesi dell’Onu hanno sottoscritto l’impegno allo sviluppo sostenibile all’interno dell’Agenda 2030, spiega, «c’è stato un momento di grande speranza. Uno dei punti affrontati riguardava la disuguaglianza della distribuzione dell’acqua. Papa Francesco, partecipando a questo dibattito, esortò i governi ad impegnarsi in concreto contro questa macro ingiustizia». L’80 per cento delle risorse idriche del mondo è infatti sfruttato solo dal 20 per cento della popolazione, mentre la percentuale residua viene centellinata al resto del mondo. E la situazione non cambia guardando al microcosmo italiano. «In Italia il surriscaldamento globale aumenta il rischio inondazione al Nord e innalza le temperature medie al Sud ­- sottolinea il giornalista - Nel 2040 l’Italia potrebbe entrare in stress idrico, con una richiesta superiore all’offerta». Ora a 46 anni dalla prima conferenza mondiale sull’acqua finalmente «l’Onu ne ha convocata un’altra nel 2023, per parlarsi in concreto e superare le promesse disattese».

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