
Palermo, Mattarella al saggio musicale degli studenti - Ansa
«Il 20 gennaio 2025, celebriamo la Giornata del Rispetto, per sensibilizzare contro ogni forma di bullismo e discriminazione, in memoria di Willy Monteiro Duarte, il giovane che nel 2020 fu ucciso per aver difeso un amico in difficoltà», scrive su “X” il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Istituita dal Parlamento nel 2024, ricorda Sergio Mattarella, questa giornata «intende contribuire a sensibilizzare l'opinione pubblica circa la necessità di prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Rispetto - dice nel suo messaggio il capo dello Stato - è valore universale in ogni dimensione, verso sé stessi, verso gli altri, verso il pianeta: primo passo per una società vivibile, che assume i criteri della solidarietà della coesione sociale, della reciproca accoglienza, della sostenibilità». L’emergenza bullismo e razzismo chiama in causa «famiglie, insegnanti, agenzie educative», nella «promozione del valore del rispetto», sottolinea Mattarella. Che decide di accendere i riflettori, in questa giornata, su un caso di attualità. Si reca in visita, a sorpresa, alla scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo, dopo aver appreso che due alunni dell'istituto comprensivo, originari del Ghana e delle Mauritius, nei giorni scorsi avevano subito insulti razzisti davanti a una libreria, a Palermo, dove si erano recati con altri compagni per raccogliere fondi destinati all'acquisto di libri, iniziativa che rientra nel progetto della scuola “Io leggo perché”. Nell’’istituto, in via Serra di Falco, nel quartiere Noce-Malaspina, Mattarella si intrattiene in particolare con la 5C, i 20 bambini che compongono la classe sono tutti italiani, ma 16 di loro sono figli di genitori ghanesi e mauriziani, e proprio alcuni di loro furono oggetto a novembre di insulti e commenti a sfondo razzista: mentre mettevano in scena davanti alla libreria Feltrinelli uno spettacolino per raccogliere fondi e acquistare dei libri nell'ambito dell'iniziativa ''Io leggo perché'', da parte di alcuni passanti. «Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini», dice Mattarella.
Per niente imbarazzati dalla visita dell’illustre ospite, del tutto inaspettata (tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco), i ragazzi rivolgono alcune domande, consegnandogli alcuni doni. Il Presidente parla con loro dei sogni che «cambiano nel corso del tempo. Da piccolo volevo fare il medico - dice -, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, si studia un po’ tutto, poi c’è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine io ho scelto il diritto, la legge, il modo in cui è organizzata la società nel nostro Paese. Era la cosa che mi interessava di più. Io non ho mai sognato di fare il calciatore, a esempio, perché non ero per niente bravo...». «Scherza con i ragazzi che gli hanno donato un album che raccoglie i disegni, le riflessioni e una foto della classe. Su una pagina c’è la scritta: “Cultura è libertà”. «Questa è una grande affermazione, grazie di averlo scritto». Gli chiedono: «Le piace leggere?». Mattarella risponde elogiando l’iniziativa che originò gli insulti razzisti verso i ragazzi: «”Io leggo, perché” è magnifica, perché leggere mette in contatto con gli altri e spinge a dialogare con gli altri, ad ascoltarli e ci è importantissimo nella vita». Poi rivolto ai docenti: «Vivere insieme e dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile, ma esaltante».