martedì 19 luglio 2022
Realizzato da "Terra!" il podcast a puntate - gratis sulle piattaforme di ascolto web - che racconta i meccanismi del settore agro-alimentare e della grande distribuzione alla base del caporalato
Lo sfruttamento dei braccianti in offerta sui banchi dei supermercati
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Quella passata di pomodori in offerta a meno di un euro sugli scaffali del supermercato è il prodotto finale di un meccanismo di sfruttamento che parte da lontano. Dai campi, dalle serre, dai vigneti in cui braccianti stranieri, ma spesso anche italiani, lavorano senza diritti e senza tutele per pochi euro al giorno. Un meccanismo micidiale, una «struttura di peccato» che si rinnova da decenni, nonostante i grandi passi avanti legislativi. Sul tema - complesso e pieno di aree grige - l'associazione ambientalista Terra! ha acceso i riflettori, o meglio , ha aperto i microfoni. Si chiama “Terra - La filiera sporca” la prima serie podcast realizzata dall’associazione ambientalista Terra! che vuole raccontare le lotte, il lavoro e le vite nel grande ingranaggio della filiera alimentare.

Un viaggio che, attraverso le voci dei principali protagonisti (braccianti, giornalisti, ricercatori, attivisti e sindacalisti), attori e osservatori privilegiati delle battaglie sociali e delle azioni istituzionali, inizia nelle campagne italiane e finisce nella rete della grande distribuzione organizzata. Disponibile sulle principali piattaforme di ascolto online come Spotify (ma anche Apple Podcasts, iHeartRadio, Google Podcasts, Castbox, Deezer, Podcast Addict, Podchaser e JioSaavn) la serie si articola in 5 episodi e ripercorre la storia del bracciantato in Italia nel corso del Novecento, l’evoluzione delle filiere agroalimentari, la nascita dei supermercati e le nuove lotte per la giustizia sociale e i diritti in agricoltura nel XXI secolo.

Il tema arriva alla ribalta dei media - come racconta nel podcast Alessandro Leogrande, giornalista morto prematuramente nel 2017 e autore del libro "Uomini e caporali" - grazie a tre studenti universitari polacchi, arrivati in Italia nel 2005 per raggranellare un po' di soldi per gli studi e finiti in una rete di sfruttamento brutale. Grazie alle loro denunce la procura di Bari darà il via al primo processo europeo contro il moderno caporalato di Puglia: il 22 febbraio 2008 arriverà la sentenza di primo grado contro un'associazione transnazionale di caporali, che aveva ridotto in schiavitù centinaia di braccianti nelle campagne della Capitanata.

Pochi anni dopo, le due proteste a Rosarno nel 2010 e a Nardò nel 2011 faranno emergere con più evidenza le drammatiche condizioni di vita e di lavoro dei braccianti agricoli in Italia, che però spingono i lavoratori, per la prima volta, ad autorganizzarsi. È l’inizio di una cesura. Questi eventi portano infatti all’introduzione dell’art. 603-bis del Codice penale, che istituisce in Italia il reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”. Ma è solo a partire dalla Legge 199 del 2016, nata sull’onda di indignazione nazionale seguita alla morte della pugliese Paola Clemente, operaia specializzata nell’acinellatura dell’uva, che è cambiato l’approccio nella lotta contro il caporalato.

Con la nuova legge infatti, oltre ai caporali, la responsabilità dello sfruttamento si estende anche alle aziende agricole e ai loro proprietari che fanno uso di manodopera irregolare. Tuttavia, resta ancora intatto il sistema di filiera governato dalla Gdo, la grande distribuzione organizzata, che comprime i prezzi dei prodotti generando ricadute lungo tutta la catena produttiva, con possibili riverberi sulle condizioni di lavoro dei braccianti.

Ed è su questo tema che Terra!, insieme ad una rete di organizzazioni e sindacati, ha offerto il suo contribuito con inchieste giornalistiche e campagne che hanno svelato l’opacità delle filiere industriali e il ruolo ambiguo di alcuni gruppi della Gdo. L’approvazione della legge contro le aste al doppio ribasso, nel novembre 2021, è stata una delle tappe più importanti di questa battaglia, per riequilibrare il potere di mercato lungo una filiera dominata dalla grande distribuzione, che spesso ha imposto gravose condizioni ai produttori attraverso il ricorso a pratiche sleali.

A raccontare nel podcast questa lunga lotta sono tra gli altri Fabio Ciconte, direttore di Terra!; Yvan Sagnet, uno dei protagonisti dello sciopero di Nardò; Antonello Mangano, scrittore e giornalista; Stefano Liberti, giornalista; Adele Cacciotti, sindacalista di Federbraccianti; Giovanni Mininni, Segretario generale Flai CGIL; Francesco Franzese, CEO dell’azienda “La Fiammante”; Maurizio Martina, ex ministro delle Politiche Agricole; Michele Colucci, ricercatore del Cnr. Numerose anche le voci d’archivio, tra cui quelle di Alessandro Leogrande e di Giuseppe Di Vittorio. ​

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