mercoledì 22 novembre 2023
L'allarme della Fondazione Agnelli, che presenta la decima edizione di Eduscopio.it
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L’onda lunga del Covid si fa sentire, sui diplomati del 2020, anche all’università, con il notevole aumento degli immatricolati che non hanno sostenuto alcun esame durante il primo anno di corso, segno delle grosse difficoltà, soprattutto emotive, che questi giovani si trascinano dagli anni del lockdown e della scuola a distanza. L’allarme arriva dall’ultima edizione, la decima, di Eduscopio.it, online da oggi, il portale gratuito della Fondazione Agnelli che, dal 2014, è uno strumento orientativo per studenti e famiglie alle prese con la scelta della scuola superiore, che, come ogni anno, andrà effettuata entro gennaio.
Oltre all’approfondimento sulla situazione degli universitari, il portale presenta la “classifica”, città per città, delle scuole superiori (licei e istituti tecnici), che meglio preparano agli studi universitari e degli istituti tecnici e professionali che, invece, offrono la migliore preparazione per un ingresso positivo nel mondo del lavoro, dopo il conseguimento del diploma.

«Strumento per scelte consapevoli»

«Questo è il decimo anno in cui realizziamo Eduscopio – ricorda il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto – e di anno in anno il portale si conferma uno strumento utile ai ragazzi e alle ragazze per fare una scelta più consapevole degli studi successivi. A dire il vero, una risorsa come Eduscopio dovrebbe arrivare dopo un triennio alle scuole medie molto concentrato sull’orientamento, con attività didattiche dedicate a fare emergere gli interessi e le inclinazioni degli studenti. Sappiamo che non sempre è così e spesso il consiglio orientativo della scuola si limita a ratificare il profitto scolastico, anziché aiutare gli studenti a scegliere l’indirizzo di studi più consono alle qualità di ciascuno. È per questo che la Fondazione Agnelli propone ora alle scuole secondarie di I grado la piattaforma gratuita Futuri (www.futuri.org), creata in collaborazione con la Fondazione De Agostini, dove si trovano attività di orientamento per i tre anni, aiutando così i docenti nella definizione del consiglio finale. A quel punto, la scelta informata della singola scuola utilizzando anche Eduscopio diventa una naturale conseguenza».

I dati di 1,3 milioni di diplomati

Per la nuova edizione di Eduscopio, il gruppo di lavoro della Fondazione Agnelli, coordinato da Martino Bernardi, ha analizzato i dati di 1.326.000 diplomati italiani di 7.850 scuole, in tre successivi anni scolastici (2017/2018, 2018/2019, 2019/2020).
Proprio sull’ultima delle tre coorti considerate, si è concentrata l’attenzione dei ricercatori della Fondazione Agnelli. Si tratta di giovani che hanno svolto la seconda parte dell’ultimo anno di scuola superiore in pieno lockdown e con lezioni esclusivamente a distanza, sostenendo poi un esame di Maturità, in presenza, ma soltanto orale e con commissioni interne, ad eccezione del presidente. Da un lato, questa situazione ha, per certi versi, agevolato i candidati, con risultati finali di circa 5 punti più alti (81,5/100 la media nazionale), rispetto alle precedenti annualità. Dall’altro, però, ha influenzato e non poco il proseguimento degli studi all’università. Contrariamente a quanto osservato in precedenza, sono aumentate le immatricolazioni a “ritardo zero”, ovvero nell’anno immediatamente successivo alla Maturità: 56,2% dei diplomati nell’estate del 2020 si è iscritto subito, rispetto al 54,1% dei maturati del 2019 e al 54% di quelli del 2018 e 2017. La crescita nel tasso di immatricolazione è stata relativamente uniforme per i diplomati 2020 dai diversi indirizzi di studio, con un picco per chi proveniva dal liceo linguistico (+3.5%), mentre nel classico e scientifico l’aumento è stato più ridotto, rispettivamente +2% e +1.5%. A livello territoriale le crescite più forti si sono registrate nel Centro (+2,7% rispetto ai diplomati 2019) e nelle Isole (+3,5%). Anche il rapporto Anvur 2023 conferma un significativo aumento delle immatricolazioni nell’anno accademico 2020-21 rispetto all’anno prima.

Università: esami al palo

All’incremento delle immatricolazioni, causato anche dalla grande incertezza che, in quel periodo, caratterizzava il mercato del lavoro, non ha corrisposto, però, un corrispondente andamento delle carriere universitarie di questi giovani. Fra i diplomati del 2020 che si sono subito immatricolati all’università è, appunto, notevolmente aumentata la percentuale di studenti che non hanno dato alcun esame nel corso del primo anno accademico.
La media a livello nazionale è salita a 18,8%; era del 16% per i diplomati del 2019, 14,1% per quelli del 2018 e 13,9% per quelli del 2017. A livello di indirizzo di studio di provenienza, l’aumento è distribuito in modo abbastanza omogeneo: un po’ più degli altri hanno patito i diplomati dei tecnici tecnologici. A livello di area di studio universitaria, sono gli immatricolati in scienze matematiche, fisiche e naturali quelli che hanno “sofferto di più”: la percentuale di chi non ha dato esami cresce del 4,2% rispetto all’anno precedente. A livello territoriale, la variazione più significativa riguarda gli immatricolati del 2020 nelle Isole, con un +5% rispetto all’anno precedente. Considerando invece solo chi di esami ne ha sostenuti (escludendo quindi dal computo gli studenti con zero esami al primo anno), la percentuale di crediti universitari ottenuti rispetto al carico didattico diminuisce, scendendo a livello nazionale per gli immatricolati del 2020 a poco meno del 66,9%, rispetto al 69,3% per gli immatricolati dell’anno precedente.
Tra le note positive, è aumentata lievemente la media dei voti agli esami: era 25 per gli immatricolati del 2017, arriva al 25,3 per chi si è diplomato e immatricolato nel 2020.

«Grave fragilità emotiva»

«Una possibile spiegazione – commenta Gavosto – è che l’emergenza sanitaria, insieme alle drammatiche prospettive del mercato del lavoro nel 2020, abbiano indotto a iscriversi all’università studenti che in altre situazioni non lo avrebbero fatto: una volta superata la fase più critica, molti di questi hanno rinunciato a dare esami. Questi dati offrono comunque ulteriori indizi e segnali d’allarme a proposito delle fragilità emotive dei ragazzi e delle ragazze che sono stati investiti in pieno dalla pandemia».

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