giovedì 28 settembre 2023
Per la presidenza spagnola già ieri all’incontro dei ministri dell’Interno ci sarebbe stata la maggioranza. Poi l’Italia ha chiesto tempo per analizzare il documento. Ancora tensioni con la Germania
Alla riunione di Bruxelles il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, discute con la commissaria Ylva Johansson

Alla riunione di Bruxelles il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, discute con la commissaria Ylva Johansson - ANSA

COMMENTA E CONDIVIDI

Un rinvio, si spera solo per pochi giorni, per l’intesa sull’ultima normativa del Patto sulla migrazione non ancora concordata dagli Stati membri, il regolamento sulle crisi migratorie. Al centro l’Italia, dopo l’insperato sblocco della vigilia della posizione della Germania, che a luglio aveva capeggiato una minoranza di blocco contro il testo di compromesso della presidenza di turno spagnola dell’Ue. Un “drammone” che ha avuto luogo ieri al Consiglio dei ministri dell’Interno Ue, presente Matteo Piantedosi che è intervenuto nella prima parte prima di lasciare la riunione diretto a Palermo. Il regolamento sulle crisi era in agenda solo come punto informativo da parte della presidenza, ma dopo lo sblocco deciso dal cancelliere Olaf Scholz si era creata l’attesa di un’intesa politica, da formalizzare in una riunione degli ambasciatori dei Ventisette.

In mattinata la presidenza spagnola fa circolare un nuovo testo di compromesso (scritto a Berlino), che sembra raccogliere consensi. «Constato che c’è la maggioranza», dichiara durante la riunione il ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska. Intervengono Ungheria e Polonia per ribadire il no secco all’intero Patto, il Belgio (presidente di turno dal primo gennaio 2024) e la Francia (entrambi a favore) e poi la Germania. «Non tutte le nostre richieste sono state accolte – dice la ministra Nancy Faeser -, ma possiamo dare il nostro assenso». Piantedosi non interviene, come sottolinea anche Faeser. Contrari, oltre a Varsavia e Budapest, solo l’Austria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia. Troppo poco per un blocco.

Sembrava gioco fatto, aprendo le porte al negoziato con il Parlamento Europeo che ha una posizione dura: discutere insieme di tutte le normative del Patto o niente. Invece si crea l’impasse: l’Italia chiede tempo per analizzare il testo. Da Roma non arrivano precisazioni, ma a quanto si capisce ci sono due punti che lasciano perplessa l’Italia. Il primo è l’esclusione dei flussi legati ai salvataggi in mare da parte delle Ong dalla possibilità di parlare di «strumentalizzazione» della migrazione (si pensa alla Bielorussia, che ha convogliato migliaia di migranti verso i Paesi Ue confinanti). Non facile da digerire da un governo Fdi-Lega che ha demonizzato le Ong. L’altro punto riguarda la soppressione del paragrafo in cui si consentono, in caso di crisi, deroghe alle norme Ue sugli alloggi per i migranti irregolari.

Il clima però non sembra arroventato. L’Italia stessa si è spesa per sottolineare che non c’è nessun blocco, fonti di Palazzo Chigi parlano di riunione «interlocutoria», affermando che è «in corso un approfondimento». «Non abbiamo detto no alla proposta tedesca presentata stamani (ieri, ndr) – spiega a Berlino il titolare della Farnesina, Antonio Tajani -, il ministro dell'Interno ha soltanto preso tempo per esaminare dal punto di vista giuridico i contenuti di questa proposta». L’impressione è che il governo non volesse dare l’impressione di ingoiare senza colpo ferire il testo tedesco, con il rischio che la stampa parlasse poi di “vittoria” per Berlino.

La presidenza spagnola e la Commissione sono decisamente ottimiste che l’intesa sia questione di giorni. «C'è un'amplissima maggioranza – ha detto Grande-Marlaska -, mancano dettagli da definire, spero nei prossimi giorni di poter raggiungere il via libera. Siamo assolutamente sicuri che ci sarà accordo». «Non restano ostacoli importanti, arriveremo a un’intesa in pochi giorni», assicura anche la commissaria agli Interni, Ylva Johansson. Al Consiglio Europeo informale, a Granada il 6 ottobre, la migrazione sarà il piatto principale, ma non pare ci sia voglia di fare arrivare il regolamento sul tavolo dei leader. «L’intesa – giura Grande-Marlaska – arriverà prima».




© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: