martedì 9 aprile 2019
La sesta sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso presentato da Marino contro la sentenza emessa in appello l'11 gennaio 2018: "Il fatto non sussiste"
Archivio Ansa

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Assoluzione "perché il fatto non sussiste" per l'ex sindaco di Roma Ignazio Marino, imputato per peculato e falso nel processo sulla rendicontazione degli scontrini di alcune cene di rappresentanza pagate con la carta di credito del Campidoglio. La sesta sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso presentato da Marino contro la sentenza, emessa in appello l'11 gennaio 2018, che lo aveva condannato a due anni. L'ex sindaco era stato invece assolto in primo grado. Anche il sostituto pg Mariella de Masellis, nella
requisitoria di questa mattina, aveva sollecitato l'assoluzione di Marino, chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna.

"Hanno vinto la verità e la giustizia. Era ora - ha commentato a caldo Marino -. La sentenza della Cassazione non rimedia ai gravi fatti del 2015, alla cacciata di un sindaco democraticamente eletto e di un'intera giunta impegnati senza fare compromessi per portare la legalità e il cambiamento nella Capitale d'Italia. Una ferita per la democrazia che non si rimargina".

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