giovedì 25 maggio 2023
L'Agenzia del farmaco vuole nuovi approfondimenti sulla questione dell'anticoncezionale. Il Pd: decisione che colpisce la libertà e la salute delle donne. Il Moige: il progetto discrimina chi fa figli
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Non ci sarà, almeno per il momento, la gratuità della pillola anticoncezionale per tutte le donne. Dopo che, lo scorso 21 aprile, il Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) aveva dato il via libera alla decisione di rendere gratuito l'anticoncezionale orale per le donne di tutte le fasce d'età, con un costo totale per lo Stato di circa 140 milioni di euro l'anno, il consiglio di amministrazione dell’Aifa, cui spetta l’ultima parola, ha scelto di non pronunciarsi sulla questione chiedendo ulteriori approfondimenti. Il cda ha precisato che «le Commissioni consultive dell'Agenzia non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema Sanitario Nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità».

Varie le ipotesi sul tavolo: prevedere la gratuità della pillola, ad esempio, per tutte le donne in età fertile, oppure per le donne in condizioni economicamente disagiate o per le giovani fino a 19/26 anni come avviene in alcuni Paesi europei e nelle sei regioni italiane che offrono gratuitamente l’anticoncezionale. Il cda si è detto «pronto a svolgere il suo ruolo e ad esprimere compiutamente il suo parere non appena disporrà dell'adeguata istruttoria». Il Consiglio si è comunque impegnato ad attivare un tavolo di concertazione con i ministeri vigilanti e la Conferenza delle Regioni.

La decisione di attesa dell’Aifa ha subito riacceso le polemiche. Tra i favorevoli alla gratuità, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, che, dopo l'ok del Comitati prezzi e rimborsi, aveva parlato di «un provvedimento condivisibile, che riduce le ineguaglianze e rende le donne uguali davanti alla salute». La gratuità della pillola, per l'Associazione italiana per l'educazione demografica, rappresenterebbe «un ritorno al futuro. Nel senso che fino al 1993, ovvero fino a trent'anni fa, la contraccezione era già gratuita, e questo ha contribuito anche alla sua conoscenza e diffusione tra le donne italiane». Mentre la capogruppo Pd in commissioni Affari sociali del Senato, Sandra Zampa, si è detta «molto preoccupata dalla decisione di Aifa. Si tratta di una decisione ideologica volta esclusivamente a colpire la libertà delle donne e la loro salute. Il pericolo ora è che ogni regione vada per conto suo, creando situazioni di disparità in materia di diritti delle donne che non sarebbero accettabili».

I contrari giudicano invece il progetto in controtendenza rispetto alle intenzioni del governo di impiegare i pochi fondi a disposizione per dare impulso alla natalità. Tra i nettamente contrari l’associazione “Pro Vita & Famiglia”, per la quale la gratuità a tutte le donne sarebbe una eventualità «grave e pericolosa». Anche per Moige (Movimento italiano genitori) si tratta di una misura da bocciare perché, se il provvedimento passasse, «l'Aifa discriminerebbe chi fa i figli».

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