sabato 22 giugno 2013
​«La questione economica è stategica». Il premier da Napolitano: stringere sul lavoro. L'ala dura del Pdl in pressing su Berlusconi: se aumemta l'Iva stacchiamo la spina e apriamo la crisi a luglio. No del Cavaliere.
Decreto emergenze, è fiducia. Aggirato l'ostruzionismo del M5s
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Angelino Alfano è diretto: «La lealtà di Berlusconi al governo non è in discussione. Ma su Iva e Imu vanno date subito risposte chiare». Enrico Letta ascolta silenzioso. Il vicepremier lo guarda e va avanti: «Nel Pdl cresce l’agitazione, i falchi cercano solo un pretesto... Lo so io e lo sai anche tu: la questione economica è strategica, siamo nel governo per questo...». All’ora di pranzo il capo del governo e il suo vice sono a Palazzo Chigi. È un confronto schietto. Alfano, ancora una volta, indica l’obiettivo irrinunciabile: «Il primo luglio scatta l’aumento Iva, il tempo sta scadendo». Una pausa leggera. «... Mercoledì bisogna chiudere la partita sull’Iva. Ma questo non significa che l’Imu non sia altrettanto decisiva: la prima casa non va toccata».Letta capisce la posizione di Alfano, sa che il vicepremier deve rendere conto al Pdl dove, ora dopo ora, cresce la spinta del fronte più intransigente. Il verdetto della Consulta sul processo Mediaset ha reso tutto più complicato. Il Cavaliere ce l’ha con Letta, con Napolitano, si è sentito ingannato dal Colle e poi teme che l’atteggiamento costruttivo non paghi... Alfano spiega tutto a Letta che in mattinata aveva già battuto un colpo: «Immagino che Berlusconi sia rimasto deluso ma le sue parole pubbliche sono state senz’altro corrette e collaborative». Quel messaggio non basta ai falchi del Pdl. Sono ore complicate. Mentre Letta e Alfano pranzano a Palazzo Chigi, l’ala dura del centrodestra spinge su Berlusconi. Vuole una risposta definitiva su Imu e Iva. Vuole un governo capace di battere i pugni sul tavolo nel consiglio europeo della prossima settimana. Il messaggio dei "falchi" del Pdl al Cavaliere suona come una dichiarazione di guerra al governo: o Letta si muove o abbiamo il dovere di staccare la spina e di aprire già a luglio la crisi. L’asse Letta-Alfano però tiene e l’accordo sullo stop all’aumento dell’Iva sembra davvero vicino. Ma basterà a frenare l’ala dura del Pdl? Il premier è da sempre realista. E sa che «è impossibile recuperare tutte le risorse necessarie per Iva, Imu e cuneo contemporaneamente». Ora è lui a guardare Alfano: «Dobbiamo stringere i denti ancora sei mesi. E scegliere la priorità. Poi, nel 2014, con l’uscita dalla procedura di infrazione avremo possibilità di intervento diverse». Una pausa. Poi il premier rilancia quel messaggio: «Oggi c’è la necessità di far prevalere la responsabilità e di trovare compromessi». Per calibrare le scelte politiche il governo e i capigruppo della maggioranza dovrebbero vedersi all’inizio della prossima settimana: un confronto inevitabile alla vigilia del Consiglio dei ministri, oramai quasi certamente fissato per mercoledì. È il giorno del pranzo con Alfano, ma anche quello del "faccia a faccia" con il capo dello Stato. Mentre il vicepremier-segretario (del Pdl) va a palazzo Grazioli a riferire a Berlusconi con cui è in contatto strettissimo, Letta sale nel primo pomeriggio al Quirinale. Si parla di lavoro. Napolitano vuole capire la filosofia del decreto che Giovannini sta allestendo. Vuole conoscere la strategia del governo in vista del Consiglio europeo. «È l’emergenza occupazione la mia ossessione, vanno date risposte», ripete il presidente della Repubblica. Si parla di tutto. Anche delle fibrillazioni che scuotono il Pdl. Un motivo di tensione prende forma dietro i ritardi nel via libero definitivo al "decreto del fare": ancora non è in <+corsivo>Gazzetta Ufficiale<+tondo>. E poi c’è il problema della conversione. A Montecitorio hanno tutti capito: difficilmente si andrà in vacanza prima di metà agosto.
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