lunedì 10 novembre 2014
​Risposta entro stasera o salta il patto del Nazareno. Vertice di maggioranza in serata. Il leader di Fi prende tempo e chiede di discutere anche la successione al Colle.
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​​Il via libera di Fi al nuovo Italicum viene dato per assodato da parte del governo. Ma Silvio Berlusconi, stretto tra la fronda di Raffaele Fitto e gli ultimatum di Matteo Renzi, prende tempo. Se le trattative tra i mediatori vanno avanti, la telefonata tra il premier e l'ex Cavaliere, almeno fino a ieri sera, non ci sarebbe stata. Temporeggiamenti che non cambiano la tabella di marcia del leader Pd che ribadisce il suo ultimatum. "Noi siamo pronti, basta rinvii: martedì incardiniamo la riforma e a dicembre voglio l'ok dell'aula", incalza, confermando il vertice di maggioranza di stasera che sarà di fatto un altro strumento di pressione su Berlusconi. Tutti al governo, da Graziano Delrio a Maria Elena Boschi, negano che la partita del Colle sia oggetto del patto del Nazareno che, sostiene il sottosegretario, "riguarda solo le riforme". Ma, anche se non detto, la trattativa che verrà sul successore di Giorgio Napolitano pesa eccome sulla scelta di Silvio Berlusconi, non disposto a restare fuori dai giochi. "Noi non vogliamo rompere il patto - assicura Berlusconi - anche se tutta questa fretta di Renzi indica la volontà di andare a votare presto" . L'ex premier non scioglie la riserva come chiesto dal premier. Per orgoglio personale e per non offrire un nuovo destro alle accuse di Fitto di essere una costola del governo. Berlusconi riunirà ad Arcore, per il consueto pranzo del lunedì, i figli e i vertici Mediaset, favorevoli a mantenere in vita il patto del Nazareno. E forse martedì vedrà i big del partito per motivare l'ok alle modifiche all'Italicum e spiegare perchè Fi non può essere tagliata fuori.    Difficoltà che non scalfiscono Matteo Renzi. Il premier resta convinto che in un modo o nell'altro si potrà far marciare spedita la riforma elettorale in Parlamento. "Possiamo tradurre l'accordo nell'ultimo sprint", dice ai suoi. E pur non volendo in alcun modo anticipare lo scenario di un avvicendamento al Colle, è chiaro che il premier vorrebbe incassare la riforma elettorale prima di aprire le danze della successione di Napolitano. Il rischio, spiegano nella maggioranza, "è che troppa carne al fuoco crei un corto circuito di difficile gestione". Proprio per non anticipare scenari futuri, il premier ribadisce con i suoi che "noi andiamo avanti con le riforme, con urgenza e determinazione sapendo che l'orizzonte del governo è quello dei mille giorni, del 2018". In attesa che Berlusconi decida, stasera il premier riunirà in serata a Palazzo Chigi gli alleati della maggioranza di governo. L'obiettivo è continuare a tenere dentro il perimetro del Patto del Nazareno Ncd e Sc, magari con una trattativa che conceda ad Alfano le preferenze ma alzi, come chiesto dal Cavaliere, la soglia di sbarramento. Una quadratura certo non facile. "Una soglia alta escluderebbe dal parlamento milioni di voti degli italiani, sarebbe una forzatura eccessiva", chiarisce il capogruppo Ncd Nunzia De Girolamo in vista del summit.
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