venerdì 22 settembre 2023
Da Strasburgo il riconoscimento della determinazione a combattere il fenomeno ma anche la preoccupazione per le violazioni degli (scarsi) ordini di protezione. Sei mesi a Roma per fornire informazioni
Le scarpe rosse sono un'immagine simbolo della violenza sulle donne

Le scarpe rosse sono un'immagine simbolo della violenza sulle donne - IMAGOECONOMICA

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La piaga dei femminicidi in Italia, che ieri hanno raggiunto quota 84 dall’inizio dell’anno, continua a preoccupare il Consiglio d’Europa.

Il Comitato dei ministri (organo decisionale del Consiglio d'Europa) sottolinea in particolare la «risposta inefficace e tardiva» delle autorità alle denuncia di violenza domestica subite dalle donne, che hanno più volte portato la Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) a condannare il nostro Paese.

Il Consiglio d'Europa «nota con preoccupazione» che i dati forniti da Roma «mostrano una persistente alta percentuale di procedimenti per violenza domestica e sessuale archiviati nella fase delle indagini preliminari, un uso limitato degli ordini di protezione e un tasso significativo di violazione degli stessi».

Pur riconoscendo i passi avanti compiuti dalle autorità italiane che «riflettono la loro continua determinazione a prevenire e combattere la violenza domestica e la discriminazione di genere», Strasburgo chiede di fornire entro il 30 marzo 2024 informazioni dettagliate sui procedimenti per violenza domestica e sessuale e gli ordini di protezione, comprese le violazioni a questi ultimi.

Nonché indicazioni sulle «azioni concretamente intraprese e i progressi tangibili raggiunti» attraverso le misure supplementari previste dal piano nazionale per eradicare i pregiudizi e gli atteggiamenti che alimentano la violenza di genere e la discriminazione, che le autorità si sono impegnate ad attuare.

Il Consiglio d'Europa si riferisce poi in particolare ai processi contro gli aggressori di due donne (che hanno vinto la causa alla Cedu nel 2022) e mostra «preoccupazione per il pignoramento» di un risarcimento danni a una vittima, stabilito dai giudici di Strasburgo. L'Italia ha tempo fino al 15 dicembre per mandare informazioni sugli esiti dei processi. Di una terza vittima, il Comitato dei ministri chiede di provvedere al pagamento del risarcimento dei danni morali, sempre deciso dai giudici della Cedu.

Nel 2014 è entrata in vigore la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, approvata dal Consiglio d'Europa tre anni prima. Di conseguenza, è stato istituito il gruppo di esperti denominato Grevio che produce un rapporto annuale per valutare le misure adottate dagli Stati che hanno sottoscritto la Convenzione.

Il Rapporto 2020 riferito all'Italia segnalava l'apprezzamento per la legge 69 del 2019 (cosiddetto "Codice Rosso") ma anche «un vuoto legislativo dovuto all'assenza di rimedi civili nei confronti delle autorità statali che non abbiano rispettato il proprio dovere di adottare misure preventive o protettive adeguate nell'ambito dell'esercizio dei propri poteri».


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