lunedì 29 gennaio 2018
Bisogna aprire «un tavolo scientifico allargato e con epidemiologici terzi»
Terra dei fuochi, negare il disastro ambientale è complice
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«Negare che qui ci sono conseguenze sulla salute vuol dire negare un disastro ambientale documentato e certificato almeno da trent'anni»: Gaetano Rivezzi, presidente dei "Medici per l'ambiente" (Isde) Campania è preoccupato. «Il disastro ambientale subìto dalle province di Caserta e Napoli è stato così grave d'avere addrittura fatto perdere otto anni d'aspettativa di vita, come ha documentato l'istituto superiore di Sanità». Così «non possiamo ancora assistere al negazionismo».

E spiega come proprio l'Isde proponga «un tavolo scientifico allargato e con epidemiologici terzi», che «esamini serenamente la documentazione scientifica prodotta sulla Terra dei fuochi», anche lo studio Spes.

Anche per fugare alcuni dubbi. «Proprio pensando allo studio Spes - va avanti Rivezzi - ci chiediamo perché, sebbene il biomonitoraggio non sia ancora finito, vengano già forniti dati di normalità?». E poi «perché nel registro tumori, che non è regionale, non vengono forniti i dati dell'Asl Napoli 2, quella riguardante i cittadini della terra dei fuochi?».

Per questo, ribadisce il presidente campano dell'isde regionale, chiede «senza polemica, ma in fretta, un tavolo scientifico allargato e con epidemiologici terzi».


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