lunedì 19 ottobre 2015
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​«È vergognoso. Il governo vuole tagliare la tassa sulla prima casa continuando a favorire l’apertura di nuove agenzie di scommesse e sale slot». Giacca blu, camicia bianca, ma – almeno per un giorno – libero dalla cravatta d’ordinanza istituzionale, Luigi Di Maio si aggira tra i "padiglioni" del raduno dei Cinque Stelle a Imola e si sofferma sugli aspetti della manovra finanziaria relativi all’azzardo. «In una legge di Stabilità da meno di 30 miliardi – attacca il vicepresidente della Camera – l’esecutivo ha trovato le vere coperture tagliando sulla sanità e scegliendo di far ammalare in futuro ancora più cittadini di gioco d’azzardo patologico». Segue un affondo diretto al premier: «Anche questo governo, come quelli che l’hanno preceduto, sta continuando a tutelare gli interessi dei colossi del comparto. Ho il forte sospetto che la Fondazione Big Bang, che fa capo all’attività di Matteo Renzi, abbia ricevuto fondi da imprese del gioco d’azzardo». Un’ultima richiesta all’inquilino di Palazzo Chigi: «Sarei contento se il presidente del Consiglio mi smentisse. Come? Cancellando le nuove concessioni dalla Stabilità, pubblicando in modo trasparente tutti i finanziatori e le somme ricevute dalla sua fondazione e dimostrando così di non essere a libro paga delle lobby».Il pensiero del giovane leader pentastellato è condiviso anche dai suoi colleghi. Per il Movimento, la battaglia contro il proliferare dell’azzardo nel Paese è una sfida da continuare a portare avanti senza tentennamenti. È uno di quei temi su cui la pattuglia parlamentare grillina è compatta. Il senatore Giovanni Endrizzi, primo firmatario del disegno di legge del M5S per chiedere l’abolizione totale della pubblicità del gioco d’azzardo, pochi giorni fa ha chiesto alla presidenza di palazzo Madama la discussione urgente del provvedimento. «L’abbiamo ottenuta - racconta Endrizzi -, ma vedo il tentativo di abbinare il nostro testo, che è semplice e chiaro, a quello contraddittorio proposto dal senatore del Pd Franco Mirabelli. Le due leggi non sono affatto omogenee. E un eventuale accorpamento metterebbe a rischio una rapida approvazione della legge, che invece potrebbe essere varata entro la fine dell’anno». Nicola Morra, fedelissimo senatore grillino, non vede da parte del governo alcuna volontà di affrontare la questione tutelando la salute dei cittadini: «A parole dicono che sono favorevoli alle nostre proposte, salvo poi infarcirle di articoli che rendono vana l’efficacia di ogni intervento. E’ un giochino che continuano a portare avanti per insabbiare ogni norma sgradita alle multinazionali del settore. Purtroppo siamo una forza d’opposizione e non abbiamo i numeri per cambiare le cose». Qualcosa in più, però, si potrebbe fare a livello locale. Soprattutto negli enti amministrati dai Cinque Stelle. «È vero, non abbiamo ancora varato misure per limitare le aperture di sale slot e punti scommesse sul territorio – ammette il primo cittadino di Livorno, Filippo Nogarin –. Ma proprio in settimana ho avuto una serie di incontri per discutere di questo argomento. L’intenzione è quella di mettere in campo interventi per allinearci a quanto hanno già fatto i Comuni più virtuosi sul fronte anti-slot».
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