mercoledì 10 luglio 2019
Ecco le novità e i dati dell'Invalsi 2019, applicato anche alle superiori: uno su due non raggiunge un livello adeguato in matematica. Al Sud risultati peggiori che al Nord
Test Invalsi: uno studente su tre non capisce un testo di italiano
COMMENTA E CONDIVIDI

È un’Italia scolastica spaccata in due – con le Regioni del Sud male soprattutto in Italiano e Matematica - quella che emerge dai dati Invalsi, presentati alla Camera dopo le prove sostenute nei mesi scorsi dai ragazzi della II e V elementare, della III media, della II superiore e, per la prima volta nella storia di questo sistema di valutazione, dagli studenti del V anno alla soglia dell’esame di maturità (la prova Invalsi si è tenuta infatti a marzo).

E proprio questi ultimi dati sono tutt’altro che confortanti, peraltro in linea con quanto emerge anche dalle prove della terza media. Come se in pratica il ciclo delle superiori non fosse servito a colmare, se non in parte, quelle lacune che i ragazzi si portavano dietro dai tre anni delle medie.

Ma vediamo più da vicino proprio il dato dell’ultimo anno delle superiori: solo il 65,4% degli studenti raggiunge risultati almeno adeguati in Italiano. Percentuale che scende al 58,2% in Matematica e precipita in Inglese, dove il 51,8% raggiunge il livello B2 nella prova “reading” (lettura) e appena il 35% nella prova “listening” (ascolto).

In terza media, i dati forniti dall’Istituto Invalsi, e illustrati dal presidente Anna Maria Ajello, differiscono di poco e recitano così: a livello nazionale gli studenti che ottengono risultati adeguati in Italiano sono il 65,60%. E qui si parla del livello 3. Desta quindi non poca preoccupazione che il restante 35% si fermi ai livelli più bassi. Tra l’altro, negli ultimi due anni la situazione – sempre riferita all’Italiano della terza media – è rimasta praticamente la stessa, con un impercettibile miglioramento dello 0,03% (per l’ultimo anno delle superiori non è invece possibile fare raffronti, perché, come detto, la valutazione è stata introdotta solo dal 2018/2019).

La preoccupazione rischia di sfociare nel dramma quando questi dati vengono estrapolati a livello regionale. Emerge così – per tornare al dato assai indicativo degli studenti alle soglie della maturità e al loro rapporto con l’Italiano – che Campania, Sicilia e Calabria fanno segnare picchi negativi rispettivamente più bassi di un ulteriore 14%, 16% e 19% rispetto alla già non eccelsa media nazionale. Come dire che 1 studente su 2 in Calabria e in Sicilia sta per affacciarsi agli studi universitari o cerca di entrare nel mondo del lavoro con grossi problemi in Italiano.

E le cose non vanno affatto meglio con Inglese: il 65% dei ragazzi maturandi non raggiunge il previsto livello B1. Anche con la Matematica i… conti non tornano, con il 42% degli studenti del quinto anno delle superiori che ha problemi, con delle percentuali (sempre a proposito della famosa spaccatura nord-sud) che superano i 60 punti in Calabria e Sicilia.

A proposito della Matematica, è interessante fare un altro accostamento tra i dati appena riportati dell’ultimo anno delle superiori e

quelli della terza media: in quest’ultimo caso, il 38% dei ragazzi non raggiunge risultati soddisfacenti (sempre al sud andiamo oltre il 50%) e il ricercatore Roberto Ricci, che ha curato la stesura dei dati per l’Invalsi, non ha usato mezze parole nell’affermare che «in tante zone del sud ci sono ragazzi che arrivano alla terza media con basi da quinta elementare>, paragonando poi il tutto ad un edificio che mostra le prime incrinature ai piani bassi, per poi “crescere” sempre più storto man mano che si sale con i
piani.

Secondo il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti i dati Invalsi presentano «innegabili motivi di preoccupazione», aggiungendo poi che si tratta di uno strumento «che consente di avere una foto articolata e dettagliata del nostro lavoro e consente di analizzare eccellenze e criticità del sistema per realizzare azioni puntuali ed efficaci. Come ministero siamo convinti dell’importanza della valutazione standardizzata degli apprendimenti che però si deve integrare e affiancare all’insostituibile ruolo della valutazione dei docenti».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: