sabato 18 agosto 2018
Uno strumento trentino a bordo di un satellite cinese va a caccia di "indizi" precursori di eventi tellurici
Intuire il sisma, studiando il rumore
COMMENTA E CONDIVIDI

È possibile prevedere i terremoti? Ci si sta provando dallo spazio. In orbita per studiare il 'rumore' elettromagnetico che accompagna un sisma. Una sorta di borbottio celeste. E per capire se così è possibile prevedere le scosse. Si tratta di uno strumento italiano, in particolare trentino, partito il 2 febbraio a bordo di un satellite cinese. Un 'cacciatore' di indizi di terremoti. Tecnologia sofisticatissima, tra le migliori al mondo, frutto della collaborazione tra l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), l’Università di Trento, la Fondazione Bruno Kessler (Fbk) e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari. La missione è cinese e si chiama Cses ( China Seismo-Electromagnetic Satellite), lo strumento è stato finanziato dall’Asi, l’azienda spaziale italiana, che ha messo in piedi il progetto Limadou, in onore del missionario italiano Matteo Ricci il cui nome in mandarino era Li-Madou. Lo strumento, di grande attualità in questi anni di continue scosse in centro Italia, si chiama Hepd ( High Energic Particle Detector) e deve studiare possibili fenomeni precursori sismici di tipo elettromagnetico, ionosferico e magnetosferico, il 'borbottio' celeste. E poi individuare correlazioni spaziotemporali tra le variazioni di parametri fisici osservabili dallo spazio e l’avvento di terremoti di grande intensità, ma anche studiare i meccanismi alla base di queste correlazioni.

«Da tempo è stata osservata, dai satelliti, una presunta correlazione tra questo 'rumore' e i terremoti. Ci sono, ma non si capisce l’origine» spiega Pierluigi Bellutti, responsabile facility micro e nano tecnologie della Fbk. Nel rivelatore sono presenti i sensori di silicio sviluppati e realizzati a Trento negli avanzatissimi laboratori di microtecnologia di Fbk, uno dei più importanti istituti di ricerca d’Europa, costituito e finanziato dalla Provincia autonoma, e tra i migliori del mondo proprio sui sensori. Con il progetto Limadou, l’Italia, per la prima volta, porta a bordo di una missione cinese un proprio strumento. In particolare con la propria tecnologia i ricercatori trentini hanno realizzato dei chip di quasi 100 cm2, un risultato che pochi al mondo sono in grado di assicurare.

<La piattaforma orbiterà almeno per cinque anni attorno alla Terra a un’altezza media di 500 chilometri, facendo un giro ogni 90 minuti circa. Limadou, grazie a una tecnologia già ampiamente sperimentata dai ricercatori italiani, misurerà la direzione di provenienza delle particelle ad alta energia per ricostruirne la traiettoria. Sarà quindi possibile per la prima volta stabilire con precisione dove e quanto tempo prima dell’osservazione siano state generate per capire l’origine del 'rumore'. «Se le correlazioni osservate ad oggi verranno confermate da Limadou – ci dice Bellutti –, il tempo di pre allerta prima dell’evento si ridurrà in alcune ore». Il satellite, che sta raccogliendo moltissimi dati, è puntato sulla Cina e opera per terremoti superiori a 5.0 gradi della scala Richter. Fuori Cina solo superiori a 7.0, ma ovviamente i risultati saranno comparabili. E si spera possano portare a capire se davvero questi eventi sono preceduti dai 'borbottii' celesti.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: