mercoledì 6 febbraio 2019
Sanità a misura d'uomo, attenzione alle aree interne a rischio spopolamento, mancanza di lavoro e puntare sulla ricostruzione post sisma tra le urgenze per i tre candidati alla carica di governatore
 Abruzzo: Marsilio, Legnini e Marcozzi si confrontano sulle priorità
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Tre candidati alle elezioni regionali abruzzesi del 10 febbraio hanno risposto a domande sui loro programmi e sulle priorità per la regione.

Le domande

1) La regione vive da tempo una crisi profonda a livello economico e sociale. Quali sono, secondo lei, le leve per far rinascere l'Abruzzo?

2) Se il 10 febbraio gli abruzzesi dovessero darle il compito di governare, quale è il primo intervento che intende fare?

3) L'Abruzzo ha un territorio difficile con aree montane a rischio isolamento per i servizi. Quale è la sua ricetta?

4) Il capoluogo e più di una provincia vivono ancora il dramma del post sisma 2009 e 2016. Cosa serve per sbloccare le loro ricostruzioni?

Le risposte

Marco Marsilio (Centrodestra)

1) Innzitutto il lavoro e la crescita economica. Questa è una regione che sta subendo una grave crisi e tutti gli indicatori indicano
una crescita della disoccupazione soprattutto giovanile, che porta spopolamento ed emigrazione. Questo è un fattore che crea disgregazione sociale. Accanto c’è il tema della ricostruzione che è un’urgenza oggettiva, penso poi alla sanità che sarà inevitabilmente prioritaria, per ricreare un sistema sanitario in Abruzzo che possa consentire a tutti i cittadini di godere dei
servizi in maniera accessibile ed equa. Gli indicatori su liste d’attesa e mobilità passiva, infatti, sono molto indietro e la favoletta
che il piano di rientro sia concluso non mi pare che regga più. Noi dobbiamo misurare il diritto della persona a ricevere il servizio, se poi in quel territorio vivono poche persone non è che dobbiamo costringerle a emigrare o lasciarle senza servizi. Sto pensando ad esempio al punto nascita di Sulmona, che intendiamo difendere.

2) Affronterei la questione terremoto e la nomina della direzione dell’ufficio speciale della ricostruzione perché non c’è più tempo
da perdere.

3) Mantenere i servizi aperti anche in presenza di pochi numeri è la prima cosa, perché si tratta di rispettare la dignità delle persone.
Poi si tratta di puntare sull’economia del turismo e dell’agricoltura di qualità che in questi territori ha delle eccellenze. Altro punto sono i trasporti che sono fondamentali. Dai piccoli comuni si scappa perché sin dai tempi della scuola ti costa due ore di tempo, e di sonno in meno, per arrivarci. Vanno costruite infrastrutture e lavorare per accorciare le distanze; la tecnologia moderna consente soluzioni che superano i vecchi tracciati ottocenteschi. Ci vuole un piano molto ambizioso.

4) Prenderei di petto il governo, nella persona del sottosegretario Crimi, perché si porti a compimento davvero la normativa quadro.
C’è una parte della ricostruzione, quella dei terremoti del 2016, che è praticamente ferma. Dobbiamo assolutamente far ripartire l’ufficio speciale e questo dipende in gran parte da responsabilità regionali. Noi ce ne faremo carico, mettendo persone competenti.

Giovanni Legnini (Centrosinistra)

1) Inizieremo con una radicale riforma dell’istituzione regionale per rimetterla in sintonia con le aspettative dei cittadini, delle imprese e degli enti locali. Affronteremo con molta determinazione le due ricostruzioni post-sisma, la seconda delle quali è ferma e va urgentemente avviata. Riprogrammeremo risorse statali e comunitarie per creare nuove opportunità di lavoro, garantiremo la manutenzione delle strade del territorio e, sempre in via prioritaria, riformeremo il sistema sanitario. La coalizione che abbiamo strutturato è per larghissima parte nuova, civica e popolare, con moltissime donne e giovani. Interpretiamo un’esigenza di
rilancio di questa terra martoriata, molto forte e piena di opportunità da cogliere.

2) L’uscita dal commissariamento, la riduzione del debito e l’aumento dei livelli essenziali di assistenza ci pongono nella condizione di poter rivedere la programmazione della rete ospedaliera e dell’assistenza sul territorio. Vogliamo tornare ad assumere personale medico e paramedico, riformare in profondità la governance, togliendo alle Asl appalti, acquisti e attività non sanitarie, per concentrarle in un’unica struttura regionale. Sarà più di una centrale unica di acquisto, perché dovrà programmare gli investimenti, fare gli acquisti, controllare e ridurre la spesa farmaceutica e inglobare anche l’agenzia sanitaria regionale.

3) I problemi delle aree interne si sommano e in parte si sovrappongono agli effetti dei due terremoti. La situazione è di vera e propria emergenza e noi dobbiamo affrontarla con un’ottica molto diversa dal passato. Arrestare lo spopolamento, garantire i servizi essenziali e favorire nuove occasioni di lavoro non devono essere interventi settoriali, ma obiettivi che devono
attraversare tutte le politiche regionali, dalla sanità alla mobilità, dell’istruzione all’agricoltura, dagli incentivi alle imprese alla manutenzione delle strade.

4) Mentre la ricostruzione dell’Aquila e del cratere 2009 sta proseguendo, quella post sisma 2016-2017 è ferma e la ragione è nota a tutti. Manca personale, organizzazione degli uffici e iter sono farraginosi. Occorre più personale e sburocratizzare il sistema.

Sara Marcozzi (M5s)

1) Il lavoro, questa è la priorità, che vuol dire anche qualità dell’occupazione. I dati certificano che oggi un abruzzese su 6 non ha
risorse per pagarsi le bollette, uno su 5 e sulla soglia di povertà e addirittura uno su 3 è a rischio esclusione sociale. Un tema a
me caro è la tutela della vita degli abruzzesi. Che passa da strade sicure, da aree interne facilmente raggiungibili, da una sanità
che si occupi non solo di curare ma di prevenire e di migliorare la qualità della vita. Agirò su quattro livelli: riorganizzazione
della rete ospedaliera, superando lo scellerato riordino messo in campo da centrosinistra e centrodestra; riduzione immediata
delle liste d’attesa; interventi programmati sull’edilizia sanitaria, attraverso la costruzione anche di nuovi presidi ospedalieri
nelle aree carenti; un piano straordinario anticorruzione. Per il rilancio del turismo regionale, invece, punterei innanzitutto
sulla valorizzazione ambientale del nostro territorio, un cronoprogramma di manutenzioni straordinarie e un piano finanziario
di attrazione degli investimenti.

2) Riprogrammare la coda dei Fondi europei 2014/2020. Risorse che oggi sarebbero perse a causa dell’inettitudine di chi ha fatto
finta di governare finora. Decine di milioni che destinerò subito al rilancio occupazionale e delle attività produttive. Poi vorrei
attuare un taglio netto agli stipendi dei consiglieri regionali e mettere queste risorse a disposizione di progetti socio-sanitari. Aree interne e sprechi sono due questioni strettamente collegate.

3) Da una parte ci sono le risorse sprecate dalla Regione in opere inutili, dall’altra ci sono le aree interne abbandonate per mancanza di risorse. I soldi degli abruzzesi vengano spesi per le opere che servono a migliorare la loro vita, come la manutenzione delle vie di comunicazione e il riordino del sistema sanitario, iniziando a utilizzare i 228 milioni di euro che per inettitudine non sono stati spesi.

4) L’emozione che mi ha dato la cerimonia di restituzione alla comunità della Chiesa di Santa Maria del Suffragio a L’Aquila mi dà
la forza di combattere per riconsegnare la città agli aquilani che meritano di rivedere la loro città in tutto il suo splendore.


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