venerdì 11 gennaio 2013
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​Le prossime elezioni impongono «una scelta tra antropologie alternative», e dunque un tasso di informazione e consapevolezza tra gli elettori (cattolici in primis) superiore al consueto, oltre che «liste nelle quali chi vota possa trovare gente che sulle frontiere decisive dell’umano abbia competenze provate». Considerando che, allo stato, la sua ri-candidatura (dopo tre legislature) è tutt’altro che certa, la riflessione di Massimo Polledri, deputato leghista, neuropsichiatra infantile piacentino, suona particolarmente calzante. Se i partiti dicono di andare a caccia del voto cattolico, perché poi in lista faticano a inserire candidati che abbiano esplicitamente a cuore alcuni princìpi basilari? «Nel centrodestra c’è ancora una certa confusione, il programma da proporre agli elettori dovrà essere vigilato con decisione e fermezza, anche perché sui princìpi non negoziabili il centrosinistra ha già fatto capire quali sono le sue intenzioni».Come valuta l’incertezza che ancora grava nella campagna elettorale sulle intenzioni relative a temi chiave come famiglia, vita ed educazione?Si sottovaluta la centralità della questione antropologica nella politica, convinti che di fronte abbiamo essenzialmente scelte economiche. A queste decisioni però si arriva solo in forza di una chiara visione dell’uomo condivisa, un’ispirazione che sta alla base di opzioni e schieramenti. Stiamo a guardare le contrapposizioni tra i poli, quando invece dovremmo dare la massima importanza all’antropologia di riferimento, questa sì decisiva per l’azione politica. Lasciare la libertà di coscienza su vita o famiglia è la sconfitta di un programma politico.Nelle parole dei leader primeggiano quasi incontrastate le questioni economiche......che si impongono all’attenzione di tutti, è chiaro, ma neppure questo dovrebbe impedirci di ricordare che la crisi economica è anzitutto crisi di moralità. Se non si ripristinano alcuni punti fermi neppure si verrà a capo della recessione.Cosa devono fare i cattolici?La nostra missione oggi è di rilanciare valori decisivi per la politica. Perché se non c’è una reazione morale del Paese, presto o tardi si ricadrà negli stessi errori.La Lega che ruolo può giocare su questo fronte?È un partito territoriale, e stando a contatto con la gente si capisce quel che è ancora determinante nella sua vita. Ecco, vorrei dare ancora una volta voce a questa cultura diffusa che non viene meno, nonostante tutto.
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